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Aggiornato: 7 giugno 2025
Se tu sapessi come cantano quei piccoli birboncelli lì, quando mi veggono zonzar per la stufa! Tre o quattro giorni dopo il colloquio del principe di Tebe con il principe di Lavandall, a colazione, il duca le disse: A proposito, sai tu, piccina mia, chi ò intraveduto ieri sera? No. Tuo cugino, il conte d'Alleux. Povero Adriano! deve essere ben triste dopo la morte di sua madre.
Essi cantano:
Ogni fiore gl'ispira una piccola poesia, espressa in tre versi pieni di sogno. Questo linguaggio dei fiori si perpetua per tradizione da una generazione ad un'altra, modificandosi e arricchendosi di tempo in tempo. Tutta l'Italia ha questo gusto gentile; i ritornelli errano per i campi con i lavoranti e talora si cantano gli stessi nella Maremma, in Corsica, nella Campagna di Roma.
Oh! affondare le mani nell’umido tepore dei solchi appena smossi, e baciare la terra e chiamarla protettrice e soccorritrice! Quanta compagnia fanno le cose, i colori ed i suoni! Cantano dunque veramente gli usignuoli nelle dolci notti di primavera?
E a proposito, l'ultima strofa non ce l'avete mica fatta sentire. Sapete bene che la Marsigliese ha un'ultima, ultimissima strofa, dove sono i fanciulli che cantano, come negli inni di Tirteo; Nous entrerons dans la carrière....
Colla testa piena, come avevo, di ballate fantastiche, nelle quali son descritte le strade di Toledo, corse, la notte, da cavalieri imbacuccati nelle cappe, che cantano sotto le finestre delle belle, si battono, si ammazzano, dan la scalata ai palazzi e rapiscono le fanciulle; così m'immaginavo di aver a sentir suoni di chitarre e rumor di spade e grida di moribondi.
Per un fiore appassito nel libro dei ricordi rugiada è una lagrima di dolore. Non passasti mai a sera davanti alla chiesa delle monache? Non udisti il canto delle litanie? Oh! prega requie per le povere morte-vive: pensa che quella poesia d'amore è più accetta a Lei se esce dalle bocche che cantano la ninnananna accosto ad una culla.
Le sembrava ancora la più bella poesia del mondo, l'aveva recitata un giorno al dottorone, sperando di commoverlo, ma egli aveva risposto: Non creda ai poeti; essi cantano d'amore nello stesso modo che i becchini seppelliscono i morti, per professione. Nelle pagine della strenna c'era un foglietto, staccato, come si vedeva, da una lunga lettera.
I vivi chiari limpidi Crystalli Surgon sì dolce e sì amorosamente Le dolci e correnti aque per le valli Corron superbe in vista dolcemente Le pure nymphe ai deletevoi balli Se riducono al solito sovente Cantano i vaghi augei tra foglie e fiori E il semicapro dio tra gli pastori
Quattro Musici in exortar Madonna Chyreresis ad amar: chi per lei more: cantano questa barzalletta. Mu: Dapoi notte: vien la luce. Chi è in fortuna, porto, spera: Perché dal matino, a sera: Varie cose il tempo, adduce. Dapoi notte: vien la luce.
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