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Aggiornato: 8 giugno 2025
La Teresa Valdengo piegò i due foglietti vergati in una calligrafia fina e minuta e spiranti un acuto profumo di patchouli, li ricacciò entro la busta ch'ella teneva sulle ginocchia e ripose ogni cosa in un cassetto della sua scrivania. Poi, con la testa arrovesciata sulla spalliera della seggiola, con le mani conserte in grembo, s'abbandonò ai pensieri, assai più tristi che lieti, che gi
Tornato a Napoli trovai, fra le parecchie che il mio portinaio aveva avuto la splendida idea di serbarmi per tre mesi nel suo casotto, una lettera di Totò. Questa volta egli scriveva manu propria, con la sua bella calligrafia chiara e grande, indizio, come osservano i grafologi, d'una passionalit
Il professore Antonino chiudeva gli occhi un momento e poi lo vedeva tal quale lo aveva visto forse dieci o quindici anni prima. Anch'egli indisciplinato all'estremo. E ora dove è andato mai? Vicino a lui c'era... chi c'era? Vediamo di raccapezzarci.... Ah sì!... Da una parte un ragazzino timido che pareva un bimbetto, che non fiatava mai, altro che, pur troppo, nell'ora della calligrafia.
Il professore di calligrafia aveva il cuore gonfio dalla commozione. Ho mal giudicato anche il Preside, egli diceva fra sè, degnissima persona.... Ma! E mi tocca lasciar tutta questa gente che mi vuol bene! Con che fatica il nostro Antonino tratteneva le lagrime!
Aveva aggiunto che il signor Pietro era assistito come fosse in famiglia, e che del resto lei stessa avrebbe mandato tutti i giorni le notizie; e in prova di quella corrispondenza, Evelina mostrò le lettere delle zie, colle raccomandazioni e i ringraziamenti di don Giuseppe e sotto ad ogni lettera la calligrafia grossa, stentata delle due vecchiette: "La zia Angelica ti manda i suoi saluti e le sue benedizioni.
Un'altra lettera, più fresca, chiusa ancora nella sua busta, col suggello rotto, ma intelligibile negli arabeschi di un piccolo stemma; la carta sostenuta, perlacea, sparsa di stelline; la calligrafia di una eguaglianza perfetta: «Se tutto quello che mi avete detto è vero, se io sono ancora per voi la più adorabile delle donne, venite oggi alle cinque. Sarò sola.» Nessuna firma.
La Giulia Orfei non voleva nulla; anzi, per esser sinceri, non diceva nulla di concludente. Otto paginette d'una calligrafia lunga, fine, aristocratica, erano consacrate per met
Imperocchè dopo tutto ci son pure delle care e belle donnine, che hanno una brutta calligrafia e che suggellano le lettere coll'ostia. Il giovine aperse tra rassegnato e curioso quella che gli mandava per allora il destino. Essa incominciava «illustrissimo signor Riberti» che gli fece di scoppio «rizzar le chiome sul crin», come cantò elegantemente un poeta di mia conoscenza.
Dopo un anno da questi fatti dolorosi, mentre una sera leggevo tranquillamente il processo Dreyfus, la posta mi recapitò, fra l'altre, una lettera sulla cui busta era scritto, con calligrafia evidentemente muliebre, il mio nome.
Vi erano poi alcune allusioni alla famiglia del principe, alla sua infanzia: allusioni di cose intime e ignote a tutti, salvo a persone che avessero per anni frequentato la casa sua. Il principe dovette persuadersi che la lettera non era scritta da persona comune. Lo dimostravano eziandio lo stile netto in cui era scritta, la fina calligrafia, la carta finissima e olente un profumo aristocratico.
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