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Aggiornato: 25 giugno 2025
Perciò s'intendeva facilmente come il Buontalenti non avesse voluto rimanere in Arezzo, testimone delle nozze di Fiordalisa con Spinello Spinelli, e non parve strano che egli si fosse ritirato a vivere per qualche tempo in una sua terra sulla montagna pistoiese.
Spinello non la seguì, prima di aver dato uno sguardo al suo rivale, disteso supino per terra a boccheggiante nel proprio sangue. Lapo Buontalenti, diss'egli. Domineddio non paga il sabbato, ma paga. Così gli piaccia di perdonare a me, se ho ardito di farmi suo ministro di giustizia.
Indi, accostatosi con bel garbo a messer Lapo Buontalenti, come se domandasse licenza di passar oltre, gli fece un inchino e gli gittò un'occhiata d'intelligenza. Fermo qua, disse il Buontalenti, prendendolo famigliarmente per un braccio, ma accompagnandolo un tratto più oltre, anzi che trattenerlo. Voi dunque pensate?... Voi sospettate che....
E s'interruppe tosto, chinando la fronte a terra, in segno di grande rammarico. Fiordalisa ebbe una stretta violenta al cuore. Mio padre! ripetè ella, turbata. Orbene, che volete voi dire? Che volete tacermi? Madonna, ripigliò allora il Buontalenti, sa Iddio se mi pento di ciò che ho fatto, e se non darei la mia vita per restituirvi il vostro ottimo padre.
Aveva portata, per ogni buon fine, la sua cartella da disegno. Appena ebbe passato il torrente e fu in vista del castello dei Buontalenti, andò a sedersi sulla proda d'un campo, fingendo di copiare qualche cosa dal vero, ma volgendo gli occhi curiosi qua e l
Quant'era distante il Buontalenti da messer Gentile dei Carisendi! Madonna Fiordalisa, udito il beffardo racconto, conobbe di essere irremissibilmente perduta.
Spinello fece il gesto dell'uomo a cui riesce nuova una notizia e che non ha altro da aggiungervi. Infatti, egli rammentava che il Buontalenti s'era allontanato da Arezzo, per recarsi a vivere nel pistoiese; ma non sapeva che avesse condotta un'aretina con sè. Par altro, siccome la cosa non gli importava affatto, lasciò cadere il discorso.
Messer Lapo si morse le labbra. Il colpo gli era andato fallito. Ma egli promise a sè stesso che quella donna non si sarebbe più oltre beffata di lui. Due mesi passarono, tristi coma gli altri che la povera donna aveva vissuti nella sua solitudine di Colle Gigliato. Ahi, non era una solitudine, quella, se ogni giorno ella doveva vedersi davanti agli occhi messer Lapo Buontalenti.
Passarono giorni, passarono settimane, e le lagrime di madonna Fiordalisa si rasciugarono. Ma non cessava altrimenti il dolore. Di che vi accorate? le disse un giorno il suo carceriere. Spinello, a cui pensate in silenzio, di cui vagheggiate l'immagine, Spinello non pensa più a voi. Ella rizzò la testa, e diede al Buontalenti un'occhiata sdegnosa.
Era di messer Rosellino Sismondi, buon'anima sua; oggi è di messer Lapo Buontalenti. Non è un casato pistoiese; osservò timidamente Spinello. No, messere; il nuovo padrone del castello è un cittadino d'Arezzo. Dev'essere un ragguardevole uomo; ripigliò Spinello. Questo suo castello ha un aspetto assai nobile, e penso che ci si abbia a stare da principi.
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