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Oh, giudicatene voi! Madonna Fiordalisa fu venduta al Buontalenti, banditosi dalla sua citt

Che cosa divina è mai la musica! esclamò la bella creatura parlando al principe Buontalenti e al duca di Sermano, io capisco quale attrattiva abbia per il popolo. Tutte le altre arti vivono rinchiuse negli studi, nei musei, nelle biblioteche, non sorridono altro che a quelli che le amano, ma la musica si espande, si fa popolare e consola tutti. Chiss

E certo ella avrebbe parlato in tal forma, se Lapo le avesse domandato quali pensieri passavano per la sua mente, nelle ore più segrete, in cui il signore d'una donna s'atteggia più superbamente a padrone. Ma Lapo Buontalenti non chiedeva nulla. Egli era uno di quegli spiriti volgari, destinati a vincere nelle battaglie della vita, perchè hanno un'idea sola, e in quella appuntano tutti i loro desiderii, tutte le forze della loro volont

Comunque fosse, la cosa era strana e colpiva di stupore la mente di Spinello Spinelli. Come mai, pensava egli, come mai messer Lapo Buontalenti, che la voce pubblica diceva invaghito della figliuola di mastro Jacopo, aveva potuto amarne un'altra così presto? E che necessit

Infatti era naturale supporre che Tuccio fosse venuto a Pistoia per lui, e non avendolo trovato subito, ed essendosi imbattuto a caso nel Buontalenti, vecchia conoscenza, di Arezzo, si fosse accompagnato un tratto con quest'ultimo.

Si pensava sempre a madonna Fiordalisa e si rimpiangeva la sua fine miseranda; si rammentava la sua maravigliosa bellezza, raggio di sole così presto invidiato alla terra, e nessuno sapeva acconciarsi all'idea di averne perduto per sempre il divino sorriso. Mi chiederete come avesse accolto il triste annunzio messer Lapo Buontalenti.

Il dispetto contro Spinello fu più forte dell'odio contro Lapo Buontalenti. Madonna Fiordalisa aveva consentita la sua mano a quell'uomo, a cui parve grande fortuna ottenere dall'ira ciò che non avrebbe potuto dargli l'amore. A quell'uomo bastava di possedere; poco gl'importava del modo. Ed anche madonna Fiordalisa aveva avuta la sua cerimonia nuziale.

Evidentemente, quelli erano i servi, i masnadieri di messer Lapo Buontalenti. A che le sarebbe giovato il gridare? Messer Lapo era grave all'aspetto, severo ed arcigno come la vendetta che gli covava nel cuore. Ma quando gli occorreva di rivolgersi a lei, in atto di chiederle se avesse mestieri di nulla, assumeva un'aria tra impacciata e cortese.

Il quale, un giorno, stanco della ripulsa di lei, se fece a parlarle in tal guisa: Voi piangete, madonna, e turbate il riso divino della vostra bellezza. A qual pro' se tutti vi hanno dimenticata? Non parlate così! diss'ella con accento severo. Quando tutti m'avessero dimenticata, non mi abbandonerebbe il pensiero di mio padre. Ahimè, madonna! replicò il Buontalenti. Vostro padre....

Compiangete dunque voi stesso, messere, gli rispose Spinello, che venite ad impancarvi tra i giudici, senza sapere da che parte si tenga un pennello. E passò oltre, appoggiando la risposta con una alzata di spalle. Sentite questo ragazzaccio? gridò il Buontalenti. Se non fossimo nella casa di Dio, mi verrebbe voglia di allungargli una pedata. Lasciate correre, messere; gli disse un savio.