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Aggiornato: 9 giugno 2025
Adriano s'inclinò assai leggiermente, senza nulla rispondere, poi azzeccò i suoi occhi brillanti sulla cugina, che sembrava inquieta, e fece due o tre passi per allontanarsi in silenzio. D'un tratto, però, egli si rivolse; si avvicinò vivamente a Vitaliana; prese le mani, cui bruciò del suo contatto, e gridò: Vitaliana, posso dirtelo adesso: Io ti amo!
Dopo qualche spazio di tempo Caicchia torna con mezzo boccale in mano e, riaprendo lo sportello, porge da bere a Topo. E tu non bei? Sec. Ho beuto. Buh! che roba! a che osteria l'hai preso? come è amaro! Buh! Sec. È roba da Tobi, birbante! Caicchia! ahimè! brucio, brucio, brucio, muoio, muoio. Sec. O vai ora a ilbotrare di Caicchia*! * A palesarmi. Ah!... t'aspetto all'inferno! ah! Sec.
D'un tratto Valeria scoppiò in pianto, e cadde in ginocchio davanti al foglietto di carta, e ne baciò l'orlo nero, e pregò Dio e Tom che la perdonassero. Poi bruciò il foglio, e andò dalla sua piccina, che gridava a squarciagola per tutto e con tutti, e cercava di uccidere una pecora di guttaperca, fino allora teneramente amata.
Tina non la lasciò finire: Dammi un bicchier d'acqua, brucio; ma la signora Cesarina, bada, non voglio vederla più. La sua faccia mi fa male come quell'uomo: scommetto che ti ha di gi
Un impeto selvaggio mi scuote. Mi slancio, lo afferro pel braccio, e lo tengo fermo. Si ribella, quasi cade. Cado quasi con lui e la sua motocicletta. Se menti, ti brucio le cervella! gli urlo. Dimmi! Spiegami! Giurami! Che è vera, sicura, la notizia! Lo giuro, me lo ha ripetuto tre volte il generale in persona! Giura! Giuro. Su tua madre! Su mia madre. Aaaah! aaaaah!
Poi riprendea piangendo: Era fatale Quest'amor, più di te, più di me forte; Pria mi ridiede e poi mi bruciò l'ale, E infranse e ribadì le mie ritorte. Sento che tu non sei cosa mortale, Ma ne le braccia tue sento la morte; Nel foco dei tuoi baci il cor si strugge, L'alma s'eterna, e il viver mio sen fugge.
Ciascuno aveva un metodo suo. Ragionavano con sicurezza di dottori. Dimenticavano il pericolo, nella disputa. Massacese aveva visto, due anni avanti, un vero medico operare su ’l fianco di Giovanni Margadonna, in un caso simile. Il medico tagliò, poi strofinò con pezzi di legno intinti in un liquido fumante, bruciò così la piaga.
Pagiolin accelerando convulsivamente il battito delle sue ali si slancia e sfiora con ghirlande di volo la grande aquila nera, che ora barcolla, mostruosamente fra gli spintoni e le zampate dei venti. Ha le due ali lacerate tutte a brandelli fumosi, come la baracca incendiata che bruciò tutta la notte vicino alla colombaia di Abano.
Ma subito una tenerezza mi invade; il cuore mi si sfascia d'angoscia e brucio allora me stessa con un solo desiderio: martirizzarmi, annientarmi per lui, il più forte, il più intelligente, il precursore, la grande luce! Anche tu, anche tu, Lanzirica, l'hai ammirato quanto me!... Kabango spesso mi dimentica, lo so.
Il giovine accostò la fiaschetta alle labbra e bevve un sorso di rumme, che gli bruciò il palato. Ne beva un altro poco; soggiunse il Priore, notando la smorfia del bevitore novellino. Similia similibus curantur; è medicina omiopatica. Vedr
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