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Aggiornato: 18 giugno 2025
Hanno messo il sequestro sui beni dei Napodano. Era da aspettarselo.... È finito? È morto il ragazzo Partecipazio. Il nobil'uomo Leonardo tentennò il capo. Ecco un'altra grande famiglia che s'estingue. Povero Libro d'oro! Speriamo che i Bollati durino ancora per secoli disse il barbiere. In sæcula sæculorum. Uhm! borbottò tristamente il vecchio patrizio. E troncò il colloquio.
Onde si mostrava piena di deferenza pel suo nuovo adoratore e rideva e scherzava con esso intorno al contino Bollati, i cui stupidi omaggi, ella diceva, non avevano servito che a tenerla di buon umore.
Che Beppe piantasse la Rosetta era troppo giusto, ma in quanto al contino era meglio non occuparsene. Però questi consigli non ebbero presa sull'animo risoluto del giovane. E poichè nessuno volle venire con lui, egli solo, poco prima dell'ora fissata pel ritrovo dei due amanti, s'introdusse per una siepe nella villa Bollati, e si appiattò in una macchia di lauri a pochi passi dal chiosco.
Egli era proprio insopportabile, e la zia Chiaretta aveva ragione a definirlo con una parola che per lei esprimeva la quintessenza d'ogni nequizia: È un carbonaro. Vediamo ora di far più stretta conoscenza col contino Leonardo Bollati, unico rampollo maschio della famiglia, unico erede d'un nome illustre negli annali della Serenissima.
Conte Zaccaria aveva detto l'ufficiale in tuono reciso o il bambino entra in palazzo Bollati in compagnia di sua madre, o nessuno ha il diritto d'ingerirsene.... La soluzione a cui ella accenna sarebbe un secondo insulto per mia sorella... E io non sono disposto a passar sopra nemmeno al primo.... Ci rifletta meglio, conte, ascolti i suggerimenti del suo cuore e del suo onore.
Invece il nobil'uomo Canziani sosteneva, secondo le sue deboli forze, la causa di Fortunata, e un buon canonico di San Marco, monsignor Evaristo Lipari, commensale dei Bollati nelle grandi occasioni, aveva assicurato la contessa Zanze che farebbe il possibile per ottenere la benevola interposizione di S. E. il Patriarca.
In famiglia Bollati l'arrivo di Gasparo Rialdi a Venezia recò una molestia infinita. Gasparo non era più un ragazzo da prendersi a scappellotti; era un uomo, era un ufficiale tenuto in gran conto dai suoi superiori, e non si poteva sbrigarsene con delle ciancie vuote. Sua Eccellenza Zaccaria se n'era persuaso subito dopo un primo colloquio, in cui, ricevuta l'imbeccata da sior Bortolo e dai Geisenburg, egli aveva tentato di menare il can per l'aia. Bisognava vedere, bisognava studiare (proprio le parole precise di sior Bortolo), bisognava cercare con tranquillit
I Bollati avevano poderi in più parti del Veneto, ma la loro villa signorile era posta sulla Brenta, ed essi andavano a passarvi alcune settimane della primavera e dell'autunno. Vi andavano per tradizione, per non rimanere a Venezia quando non c'era nessuno, ma quel soggiorno campestre non aveva per loro la minima attrattiva, come non può averne per quelli che portano in campagna i gusti e le abitudini della citt
Ne venne di natural conseguenza che il contino Leonardo Bollati, quell'anno, trovò la Rosetta notevolmente mutata, cosa che non poteva accadergli in peggior momento, giacchè egli s'era impegnato con certi suoi compagni di libertinaggio a non tornare a Venezia senz'aver vinto l'ultime resistenze della capricciosa fanciulla.
Gli altri avventori si guardavano strizzando l'occhio e tentennando la testa; poi, quando i Bollati non c'erano più in bottega, principiavano i commenti. È matto.... Un matto allegro.... Non parla che delle sue ricchezze.... Invece siamo agli sgoccioli, non è vero? Altro che agli sgoccioli!... Tutte le campagne all'asta... citazioni, oppignorazioni da tutte le parti....
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