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Aggiornato: 15 giugno 2025
TEDESCO. Tu stare picciolette. Tu stare quel Tutto Merda Stronze de patriarche? PEDANTE. Ti ho detto il prenome, nome, cognome e officio. «Tito» è il prenome, «Melio» il nome, «Strozzi» il cognome, «gimnasiarca» l'officio; e se non son grande di corpo, son grande nella dottrina e la rettorica. TEDESCO. Non stare bene, non avere bisogne de' rottori. PEDANTE. Datemi la mia sobole...
«Dunque?» interruppe Carlo. «Dunque, come io vi diceva, Monsignore, Guasparrino tornava da Pisa per certe sue bisogne, e vedutomi da lontano mi corse a braccia aperte incontro, gridando: Oh! oh! compare. Oh! Guasparrino, siete voi? risposi io. Ed egli: Come state? Ed io: Grazie a Messere Domine Dio, non mai bene quanto ora; e voi? Ed egli Eh! così.... ma gli anni cominciano a diventar troppi, bel compare mio. Ed io: Che andate voi pensando agli anni? la morte ci ha da cogliere vivi, compare. Ed egli: Io vo' intanto, che abbiate la cortesia di venire meco fino a casa, dove saggerete un cotal vino di Toscana che un mio amico mercante di Pisa mi ha ultimamente donato, affermando con giuramento che era vecchio di cento anni. Cento anni! Domine, aiutalo! Vo' dunque, bel compare, che veniate a farne la prova. Vengo di certo io: e andammo. Quivi si trovò in capo di scala dama Ginevra, che ci accolse con una leggiadria da fare onore a qualunque grande imperatrice o Regina; e noi ricambiati in fretta con essa lei alcuni saluti, ci ponemmo a tavola per fare il saggio del vino. E vi so dire, Monsignore, ch'egli era del buono, ma del buono da vero: io non saprei assicurarvi se avesse per l'appuntino cento anni, chè la fede di battesimo non gli vidi io, ma ottimo era certo; quasi cominciai a credere dentro me, la causa della Sciampagna perduta: ma la Sciampagna si manterr
Dovea rubare Ipalca a Bradamante per le bisogne non so qual contante. Sapea dove la moglie di Ruggero teneva piatta una sua borsa d'oro. Ipalca aveva un occhio di sparviero, e brievemente le ciuffò il tesoro. E un sabbato di notte all'aer nero fu data esecuzione a quel lavoro, e la «filosofessa» fu imitata sino a un peluzzo, alla fuga ordinata.
Della vita, la poveretta non conobbe mai nulla, del mondo non potè vedere che le quattro pareti della triste casa paterna, un umido cortiletto, e il convento e il tratto di strada che conduceva alla chiesa, e la chiesa dove il padre la traeva, estate e inverno, ad assistere alla prima messa. In casa, naturalmente, a fare le più umili come le più faticose bisogne, non c'era altra persona che lei.
«Addio.» Il Fossano, letta questa lettera, guardò per un pezzo in viso al Malumbra non comprendendo bene quanto gli scriveva Candiano, chè a nessuno di Milano egli aveva detto nè tampoco d'aver moglie, se non ad un suo buon servo, di cui si valeva per le sue più segrete bisogne; comprendeva molto meno quell'imbroglio del figlio di Bernabò, del quale, per fortuna, il dì prima aveva potuto capacitarsi non esserci nulla a temere, ed alla Valenzia non essere intervenuto danno di sorta; però così disse al Malumbra: «In questa lettera mi si parla di voi, e di certe istorie che avete udite in Milano, e che io ignoro affatto.
Antichi esempi di forti amori ve n'ha, ma feroci, teatrali, cantabili, come la forma tragica od epica per cui gli hanno fatti passare i signori poeti. L'amore da pari a pari, che si filtra in tutte le costumanze, in tutte le bisogne della vita, è scaturito dal medio evo, da questo gran crogiuolo di cose nuove, da questo ricostruttore del mondo. La donna nelle più umili sfere sociali è gi
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