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Aggiornato: 21 giugno 2025
Alberada si accosta ad un gruppo di questi disattenti, e loro dice: Buona guardia, bravi soldati. Si passano le ore di pace allegramente: non è così? Venga, padre, venga con noi a bere un gocciolo. Non vorr
Cangiasi d'un bel raggio in scura nebbia, né qual era pur dianzi non ricorda, né su quel punto sa che far si debbia. Io dunque, alma di bere troppo ingorda, le parti mie d'alti pensieri dotte perdei qual cieca forsennata e sorda. Perché non so: sássel colui, che notte far giorno e giorno notte pote solo, e dá sovente a noi d'amare bòtte.
Quei di dentro all'incontro, che avevano potuto carpire un letto, una tavola, una panca e qualche cosa da mangiare e da bere, russavano fuor di modo. Tra quei di fuori trovavansi Zambianchi, Leonida, Cantoni e le due fanciulle, a cui s'era riunito Paolo, il sergente d'artiglieria gi
Cercò di padroneggiare sè stesso, mise un freno alla voglia pazza che aveva di menar le mani, e scoppiò in una risata che scosse l'animo di Serena, e vi ravvisò la speranza non ancora morta del tutto. Via questa volta gliel'avevano data a bere troppo grossa: che burloni! lo sapevano con chi avevano da fare! E questo avviene quando s'è credenzoni di soverchio.
Uno per tutti e tutti per uno, a questo mondo. Alla salute del signor Lorenzo e della signorina Maria! E così dicendo il Bello versò da bere per Michele e per sè. Sono brindisi ai quali non mi vedrete mancar mai; gridò Michele; ma prima che io beva quest'altro, che sar
Egli non se ne avvide; mandò giù, senza badarci più che tanto. Del resto, egli mangiò pochissimo. Che cosa gli diedero da bere? Doveva essere uno di quei soliti liquori, che mordono la lingua, bruciano il palato, e mandano i fumi al cervello. Ma egli ne assaggiò a mala pena.
Sentendo un mormorìo d'acqua, Ezio volle arrestarsi a bere. S'inginocchiò sull'erba, stese la mano al rigagnolo, bevette nei palmi di quell'acqua diaccia, se ne bagnò il viso, la testa, s'inebriò di quella freschezza.
Cinque o sei minuti dopo, era ogni cosa, all'ordine, perfino le uova, gittate nel paiuolo dell'acqua bollente. Quelle uova a bere furono il principio della colazione; fresche, eccellenti, sorbite con grande facilit
Se l'effetto materiale di quelle calde gocce viventi avesse corrisposto alla sensazione ch'io n'ebbi, porterei su la mia pelle una traccia indelebile! Oh, lasciami bere, io pregai.
E le Romane antiche, per lor bere, contente furon d’acqua; e Danïello dispregiò cibo e acquistò savere. Lo secol primo, quant’ oro fu bello, fé savorose con fame le ghiande, e nettare con sete ogne ruscello. Mele e locuste furon le vivande che nodriro il Batista nel diserto; per ch’elli è glorïoso e tanto grande quanto per lo Vangelio v’è aperto». Purgatorio · Canto XXIII
Parola Del Giorno
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