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I barbari chiamati dai sacerdoti stavano accampati sul Campidoglio; e il popolo romano tentava invano di ripigliare ciò che la frode gli tolse, e gli contrasta la forza. Lunghi ed eroici furono gli sforzi degli insorti, ma il soccorso delle truppe fresche in vantaggio dei pontificj decise della giornata.

Allo sdegno si sposa la brama della difesa e della vendetta. Vuole difendere le proprie terre dai barbari; vuole punirli per il male che fanno; vuole vendicare l'onta che hanno recato, che recano all'Italia.

Non vedete dunque che io fremo... di gelosia? Avete torto. Soltanto il possesso di una donna può giustificare in qualche modo la gelosia. Bisogna essere barbari per essere gelosi. La creatura umana non può appartenere a nessuno: è libera. Esser gelosi significa esser padroni assoluti di un cuore, di un'anima. È bestiale... scusate la cruda parola.

Ma arti ed opere pubbliche furono neglette nel secolo delle contese e de' moltiplici imperatori; e giá colle lettere si trovano l'arti molto corrotte solto Diocleziano e Costantino, e corrottissime poi al cader dell'imperio. I barbari sopravegnenti non trovarono della coltura antica nulla da corrompere; tutt'al piú, resti da disperdere. Coltura nuova, cristiana.

Oppressa da furor barbari ed empi Sente omai da vicin l'ultimo pianto; Va tu col

Greci o latini, i maggiori di tutti questi son quelli che si soglion chiamare meritamente i «santi padri della Chiesa»; e i piú sono dalla metá del quarto alla metá del quinto secolo, quando giá era poco men che cessata la coltura antica, quando giá erano inondati di barbari i due imperii, e principalmente il latino; onde apparisce piú che mai la contrarietá delle due colture antica e cristiana, delle due serie decrescente e crescente.

Ed i suoi sogni gli si affacciavano imperiosi e gli dicevano: Mentitore! Inganni te stesso sapendo di essere nell'inganno. La Chiesa non è stata mai la nemica del popolo ne d'Italia, ma anzi tutelò sempre i diritti del popolo ed insorse a difendere l'Italia; s'interpose tra lei ed i barbari; e se l'Italia è tuttora faro di civilt

Sacro è senza dubbio difendere, colla veritá, la memoria d'un padre; ma men sacra, ed anche men possibile, si fa questa difesa per l'avo, meno ancora per il bisavo, e poi per l'atavo e gli avi piú lontani via via; e perché piú numerosi, e perché viventi in que' tempi piú e piú barbari, quando la potenza e l'illustrazione non si acquistavano guari in modi legittimi e virtuosi.

Un giorno il Vicerè Caracciolo, scontento anche dei teatri, persuase i patrizî a costruirne di sana pianta uno nuovo fuori Porta Macqueda. Tra quei patrizî erano Senatori: e fu appunto il Senato l’interprete o esecutore dei desiderî di S. E. Si fece il disegno, si stabilì il luogo dell’edificio e fu anche detto più tardi che le somme occorrenti sarebbero state prese dai fondi amministrati dalla Deputazione per le strade di Sicilia⁵¹. Ma all’ultima ora, quando si trattò dell’attuazione, nessuno osò avventurare il Comune in una opera non creduta necessaria. Se non che, quod non fecerunt barbari fecerunt Barberini: ed i Barberini o barbarini furono gli allegri amministratori della citt

Ah! ben più venerando Era a' tempi de' barbari il compianto Delle famiglie, quando I figliuoli mescean lagrime e canto, Venendo primi dietro All'orribile e in un caro ferètro! Fretta mi par non pia Il fuggire un amato, appena e' muore; Il non voler qual sia Prova a lui dar di pubblico dolore: Ma ben è ver, che ascoso Pur gronda il pianto e spesso è più doglioso!