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Aggiornato: 12 giugno 2025


Io non ho mangiato altro in tutta la mia vita! disse il Salapolli. E la polvere dei libri mi fa bene!... Bruno esitava, combattuto tra il timore di ritornare a quei luoghi e il desiderio di non essere scortese: il bisogno di riveder Nicla, di udirne la voce, d'ammirarne gli occhi e la bocca, di lasciarsi cullar dalla sua voce, gli bruciava le vene. Gigi Barbano diede l'ultimo colpo.

La signora Nicoletta Barbano era uscita con la carrozza chiusa a due cavalli, per portar le carte da visita a due vecchie dame alle quali era stata presentata la sera innanzi durante un ballo.

Era tra loro il ricordo or malinconico ora ridente del fanciullo lontano; e sembrava che quel grande amico di Nicla li avvicinasse con le piccole mani e stesse tra l'uno e l'altro come un fratello veramente; talchè Nicla si diceva che di Gigi Barbano egli forse non sarebbe stato geloso e i suoi occhi non si sarebbero fatti per lui inquieti e torbidi.

Ma quando pensava in tal modo, e il sangue gli martellava nei polsi col furore dissennato dei suoi vent'anni, gli si faceva tosto innanzi l'imagine di Gigi Barbano. Gigi Barbano gli aveva gettato le braccia al collo e gli aveva detto: «Tu sei un fratello, e ti accolgo come un fratello!». E a Nicla aveva detto: «Mi fido!».

Mamma! chiamò Bruno. Caro? disse Clara Dolores, allontanandosi un istante dai suoi ospiti. Permettimi di presentarti il mio amico Gigi Barbano. Oh, ne ho molto piacere! esclamò la contessa, stendendo a Gigi la destra, ch'egli baciò. Io ho conosciuto la sua signora quand'era signorina Dossena; e non l'ho più dimenticata, tanto era bella e gentile.... La ringrazio! disse Gigi inchinandosi.

Significa che va a spasso con Barbano, pranza con Barbano, vive nella stessa casa di Barbano, si lascia dar qualche bacio da Barbano, e fa baruffa con Barbano. Tutto Barbano, insomma! Allora peggio di Duccio? incalzò Bruno, stringendo e spiegazzando la lettera nel pugno. Non so che cosa abbia fatto Duccio! confessò il conte. Ma io Barbano non lo conosco! riflettè Bruno.

Gigi Barbano stette silenzioso un poco; quindi domandò: Quanti anni ha? Venti! dichiarò Nicla Come passa il tempo! come vola! osservò Gigi. Mi pare ieri che ti ho dato del tu la prima volta. Soggiunse quasi parlando con stesso: Credevo che sarei stato il solo.... Nicla si morse le labbra: la stoccata arrivava dritta. L'ho pregato, disse poi, di cambiar tono.

Mi hai presentato tu stesso il signor Barbano, seguitò. È un gentiluomo, e si sente che ti ama come un fratello. Bruno strinse le labbra, volgendo impacciato il capo a guardar fuori della finestra. Non è vero? riprese la contessa. È vero! confermò Bruno. Come un fratello!

Ma Bruno rimase alla finestra per bere tutto il veleno che i fiori gli prodigavano e impallidire di desiderio e di passione. Ogni giorno e per tutti i giorni ch'egli rimase a villa Barbano, quella sorda tempesta andò in lui e in Nicla imperversando.

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