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Aggiornato: 12 giugno 2025


Tuttavia lo sguardo della signora Carlotta lo indovinò presto; e una sera ella annunziò al cavalier Maurizio: Gigi Barbano è innamorato di Nicoletta! Corpo di mille bombe! esclamò il cavaliere. Anche questa? Sei ben certa? Il saponaio? E Nicoletta? Eh! disse la signora. Così, così! Lo vede meglio che il conte. Cose inaudite! fece Maurizio.

Degne di stampa! esclamava. Degne di stampa! andava gridando. E ancora una volta gli era frullato pel capo di scriverne alla signora Nicoletta Barbano; ma non ne aveva fatto poi nulla, pensando che la signora chiamava «bambino» ostinatamente l'autore, ed era rimasta a otto anni addietro.

Vuol dire, dichiarò il conte, dopo aver gettato l'occhio sul poscritto, che Nicla si è sposata con questo signor Barbano. E perchè non è più signorina? Ciò succede alle ragazze quando si sposano! disse Fabiano col suo lieve sorriso canzonatore. Ma che cosa significa se si è sposata?

Ma il desiderio era così atroce, la lotta così vana, che Brunello schivava la sua amica; toccava a lei andare a cercarlo e condurlo a rivedere i luoghi più cari; pareva che la vertigine rattraesse, o che avesse da tempo deliberato d'abbandonarvisi e di morirne. Gigi Barbano, il quinto giorno, annunziò che ripartiva per Milano. Brunello s'offerse di riaccompagnarlo. No, rispose Gigi.

Maurizio si rabbonì, accolse bene Gigi, non sollevò obiezioni, il fidanzamento fu annunziato; e sei mesi dopo a Milano, con una ricca cerimonia, in un giorno di pioggia, Nicla Dossena diventava la signora Nicoletta Barbano, e Gigi credeva di sognare, di travedere, di vivere in un mondo irreale, tanto era spaventosamente felice.

Alzatosi di scatto, il giovane cominciò a passeggiar per la biblioteca intorno alla tavola rettangolare, a capo basso, con le mani nelle tasche dei calzoni. Poi subitamente proruppe: Com'è bella! Com'è ancora lei, fresca, giovane, pura!... Ho capito! pensò il Salapolli. Si tratta della sorella! E borbottò tra i denti: Povero signor Barbano!

Nicla aveva capito benissimo che Gigi Barbano la amava; e il cuore di lui era così schietto e leale, che, senza amarlo, Nicla aveva finito per tenersi caro quel giovane in cui le altre fanciulle non vedevano l'uomo romantico. Accoglieva molto volontieri le sue visite; spronava la mamma a non trascurare zia Amelia.

E Nicla si scuoteva qualche volta, avvedendosi ch'ella e Gigi Barbano si perdevano a far disegni sul ritorno di Bruno, come s'egli avesse appartenuto a tutti e due, come non avessero dovuto mai più separarsi, come i loro cuori avessero dovuto battere all'unisono.

Fu a Parigi nell'appartamento di via Glück, che Brunello ricevette da Nicla una lettera, la quale terminava così: «Ti prego di scrivere da ora in poi non più alla signorina Nicla Dossena, ma alla signora Nicoletta Barbano, casa Barbano, via Santa Margherita. Hai inteso bene, caro?». Bruno corse da suo padre a chiedere spiegazioni.

Usciva a passeggio, non sovente per non esser troppo notato, ma qualche volta, con Nicla, e andava con lei ai giardini che rinverdivano e di volta in volta si facevano più ricchi di fronde. Gigi Barbano lo aveva invitato gi

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