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Aggiornato: 29 luglio 2025
Poi colle lagrime agli occhi mi diede la sua benedizione e mi congedò, non volendo alla mattina alzarsi prima dell'alba, per non rompere tutto l'ordine della giornata. Io gli baciai la mano teneramente, assicurandolo della mia riconoscenza per tutti i benefizi ricevuti, della mia ferma volont
Io mi sentiva soffocare e non potei parlare; baciai quelle fronti pallide lasciando sul letto alcuna piastra e corsi all'aria fresca. È molto mesta la notte della vittoria, quando non si ha partecipato alla battaglia! L'indomani visitai il Generale, che mi stese la mano con queste parole: Vi aspettavo. Dopo la battaglia, Generale? Voi avete dimenticato la promessa. Non dimentico mai!
La fanciulla afferrò il mio sguardo, arrossì, e rise lievemente. Questa paura! continuai. Non t'ha lasciata riposare? Ma di che cosa hai paura? Di me? Le presi la testa fra le mani e l'obbligai a guardarmi; i suoi occhi azzurri continuavano a ridere sì piacevolmente, ch'io li avvicinai e li baciai senza aspettare la risposta. Finalmente, le labbra di Lidia si mossero a restituirmi il bacio.
Io baciai affettuosamente la medaglia, ella se la ripose in seno, e camminammo lungamente in silenzio. Sentivo qualche cosa che mi strozzava la gola e mi toglieva la facolt
Anche Cozzo baciai coll'affetto di padre, ed a lui diressi alcune poche parole di conforto, senza speranza nella mia coscienza..... Su quell'angelico volto, la morte aveva gi
Tuttavia entrai, la baciai in fretta e le dissi: « Mi tocca partire; non moverti, potresti infreddarti, addio. E via a precipizio. Partii col primo treno. Mi cacciai in un angolo del convoglio e rilessi tutto il manoscritto di Fulvia, senza risentire più il menomo senso di amarezza o di risentimento.
Con sì lungo piacere io la baciai d'amore che parvemi ne 'l cuore tutte le rose avere. Ben or, se l'aulorose labbra onde il miel trabocca bacio, sapor di rose mi si diffonde in bocca. ROND
Cozzo che non s'è mai presentato che al momento del pericolo e nel pericolo sempre tra i primi, io l'ho veduto a Caserta morente col petto rotto da una palla borbonica e baciai cogli occhi umidi quella fronte d'angelo! Egli sorrise vedendomi d'un sorriso che terrò scolpito nell'anima fino alla morte e pronunciò le ultime solenni parole: «Io sono felice d'aver dato la vita al mio paese!».
Mi voltai. Ella stava guardandomi col mento appoggiato alle mani incrociate; era accesa in volto ed aveva gli occhi gonfi. Mi baciai una mano poi vi soffiai sopra per mandarle il bacio. Ella volle sorridermi, ma le lagrime tornarono ad empirle gli occhi. Allora le dissi: Cantate, Fulvia; venite a cantare.
Baciai quella terra con religiosa piet
Parola Del Giorno
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