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Aggiornato: 24 giugno 2025
Marzia accennò colle labbra un bacio verso Lina, e avuto il contraccambio da questa, imitata da P..., e dai cari presenti non articolò più parola, e passò tranquilla all'infinito!
Vanardi, commosso da tanta virtù di sommessa rassegnazione, stette un poco a guardarla, e poi le si fece presso ed abbracciatala alle spalle, la baciò amorosamente sulla fronte. La giovane donna arrossì tutta dal piacere. Ah! come saresti buona, disse Antonio, se tu non fossi così spesso cattiva. Io sono cattiva! esclamò la moglie levando su vivamente il capo. Sei tu che...
Si passava la mano sulla fronte e lo paragonava a «un temporale», a «una notte buia», a «una tempesta». Fu l'uragano dei sensi che gli fece recidere la gola alla padrona ch'egli serviva come cocchiere a Ferrara. Egli la voleva o viva o morta. E se la baciò durante il «temporale» tepida ancora di vita, con gli occhi spalancati che pareva una strega.
E sporse le labbra implorando: Essa gli sorrise e lo baciò. Grazie.... grazie.... sono guarito adesso. Resta quieto, tranquillo, gli disse Nora sempre pianino; poi gli accomodò le coltri attorno al collo, la pezzuola diaccia in mezzo alla fronte. Hai bisogno di star quieto, di riposare, di guarire. Perdonato? Perdonato? Sì: se sarai buono. Sono ancora Nannucci? Sì: se mi darai retta, sì.
E mentre il giovane la traeva dolcemente sul divano, raccontò quanto le era avvenuto, piangendo a calde lacrime. Diego le prese le manine e lo baciò. Suvvia asciuga quei begli occhi disse con una voce dolce coma una carezza tu hai avuto ragione di dubitare di me; ma io perdono i tuoi ingiusti sospetti. Quanto sei buono, come ti amo! Egli sorrise, la strinse al suo petto: la pace era fatta.
Il giovine innamorato cadde in ginocchio e baciò la mano della sua fidanzata. Indi, rialzatosi, le si accostò peritoso o guardandola con occhi ardenti d'amore le bisbigliò all'orecchio: Son più felice di un re.
La posta che portò le prime bozze di stampa alla giovanissima poetessa, portò anche una lettera, listata di nero, dalla Svizzera per sua madre. Mamma, gridò Nancy togliendo dalla larga busta i fogli stampati e facendoli trionfalmente sventolare; guarda! Ma guarda, mamma, le bozze! Questo è il ~mio libro~! pensa che è il mio libro! E la fanciulla, chinando il viso sui sciolti fogli li baciò.
Ed è un bacio morale che io intendo appunto inviare con queste semplici memorie, come un ringraziamento a quelle poche anime appassionate che forse, nelle ore men gaie, si ricordano ancora del mio vecchio professore e dei mio vecchio curato due scheletri, adesso, amendue. Semplici memorie; è la giusta parola. Cominciano e finiscono in un paesello delle Alpi.
Però, per accelerare lo sboccio, egli scrisse questo vigliettino alla nipote: «Mio bell'angelo, il proprietario delle Villes de France mi deve qualche moneta. Vuoi tu darti la pena di andarla a toccare, in mercanzie? È l'ultimo credito che posseggo sui marcanti di mode. Profittane. Ti bacio su quel bel fronte ripieno di capricci.» Il colpo fu decisivo. Regina si dette una toilette splendida.
Giunta che fu presso Rosina, fece atto di piegare un ginocchio a terra in segno di quel rispetto che gli Indiani sogliono usare verso le persone di alto affare, ma Rosina, con la inesauribile sua cortesia, le stese una mano, su cui la donna impresse un rispettoso bacio.
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