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Aggiornato: 21 giugno 2025
Edith vedeva spuntare dalla flanella da una parte la pianta di due piedini rossi e dall'altra una piccola testa oblunga coperta di morbida lanugine nera. Oh Dio! esclamò, è quello il béby? Prego di chiudere la porta, miss, disse la «nurse». Ma credevo che i bambini piccoli fossero tutti biondi, e vestiti di bianco... con nastri celesti, balbettò Edith. La nurse non si degnò di rispondere.
Poi disse subito di no; gliene spiaceva tanto, ma non poteva abbandonare lo studio di Carlo. D'altronde, soggiunse, t'intenderai meglio con Aldo senza di me. La mattina seguente Nino era alla stazione per vederle partire. Valeria portava in braccio Anne-Marie; e Nancy le camminava a fianco, e pareva la sorella maggiore del béby.
E nel suo cuore Nancy era tornata la creatura piccola, il «béby» che bisognava salvare, salvare ad ogni costo! come l'aveva salvata da Tom, ora bisognava salvarla da Edith! Allontanarla, portarla via!
Allora il béby, a richiesta di Aldo, fu mandato a passeggio con la donna rettilineare e arcigna, scelta con speciale cura per questo ufficio dalla zia Carlotta. Potresti metterti in societ
La ragazza in lutto, le stava davanti in ginocchio, battendo le mani e cantando: «Cara! cara! cara!... bella! bella! bella!» mentre Wilson, la nurse, voltando le larghe spalle indifferenti, vuotava i tiretti del cassettone di Edith, piegando le sue cose e mettendole da parte per portarle disopra nella cameretta che doveva d'or innanzi servire alla ragazzina; poichè della camera di Edith aveva bisogno il béby.
Presso la finestra, con lo sguardo noncurante rivolto alle verdi praterie del Hertfordshire, sedeva una donna, severa, quadrata, vestita di percalle rosa. Batteva con mano distratta, a colpettini leggeri e regolari, un piccolo involto di flanella che teneva sulle ginocchia. Era il béby! con la faccia in giù.
Era la sua creaturina, era il «béby» che l'aveva spinta col
Infine, un giorno grigio e uggioso, in cui tutti parevano di cattivo umore, e il béby aveva strillato perchè voleva la Wilson e poi perchè non la voleva, e Edith aveva risposto male, e tutto era orrido e odioso, Valeria prese un foglio di carta da lettere e, con molte fitte di rimorso, vi tracciò sopra il suo nome. La carta era listata di nero.
Ha i capelli neri e la faccia rossa. Un orrore. Oh, miss Edith, disse Jim Brown, che paura m'avete fatto! Avevo capito che il bambino fosse un moro, visto che la mamma sua è di paesi così lontani! Edith crollò il capo. Proprio moro, no. Ma è un béby sbagliato. Se fosse giusto avrebbe i capelli biondi e gli occhi celesti. La madre com'è? domandò Jim. Nera, nera anche lei. E quella nurse!
Poi si ritrasse, per paura che una scintilla volasse negli occhi alla piccina. Valeria, immobile, guardava il treno fuggente... e le parve di sentirselo correre sul cuore. Addio, Nancy! Addio, béby! Erano partite. E «domani» era molto lontano.
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