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Aggiornato: 4 settembre 2025


Lo trovai nel letto della infermeria incatenato alla branda, con la cuffia di cotone bianco sulla fronte, che stava aspettando la sbriacatura. Che cosa fate? gli domandai. Non ho potuto alzarmi alla solita ora per un po' di vino brusco. Accidenti al vino brusco!

Ma la vide in una convulsione di pianto, avvilita, vergognosa, e non osò dir altro. Ella rimase un momento, forse aspettando una interrogazione conciliante sulla colpa che confessava, poi uscì sempre piangendo e senza scoprirsi il volto. Marco non ebbe il coraggio di trattenerla. Provava un'ignota sensazione di vergogna come se il colpevole fosse stato lui.

Drollino non penetrò nell'antro dove si giocava, stette in bottega aspettando, paziente ed immobile, davanti ad un bicchierino d'anisette.

È una signora gentile.... elegante.... E.... le scriverei oggi stesso.... a meno che tu non voglia.... Si fermò aspettando.... guardandolo negli occhi. Io? rispose il Duca.... anzi, figurati.... sono affatto indifferente...; ma... la conosci così poco.... Non meno delle altre signore che abbiamo invitate.... rispose Milla.

Non era la prima volta che in quell'ora medesima aveva luogo la guerriciuola di sguardi, di attesa, di spionaggio; l'inquilina del piano nobile aspettando il suo promesso sposo si era persuasa che la signorina del piano secondo di cui non era stata mai intrinseca amica, tentava d'intromettersi nelle sue faccende d'amore e, o accadesse ciò per indiscreta curiosit

La contessa, di solito, chinava gli occhi sul suo telaino da ricamo, aspettando che il generale la finisse con quelle sue libert

Negli occhi della contessa si accese un lampo d'ira, ch'ella non potè nascondere se non volgendo il capo subitamente. L'indomani mattina, mentre Folco leggeva il giornale, aspettando che Gioconda si abbigliasse per uscire, fu telefonato al conte Filippeschi che il marchese Puppi lo attendeva nella sala di lettura per dirgli una parola. È Ariberto, si volse Folco a Gioconda. Che può volere?

Ma sulla sera improvvisamente mi levai, pensando che l'ora di agire era venuta. Ed uscii, e rifeci quella strada, senza un piano prestabilito, senza neppur confusamente sapere a che mirassi. E arrivai sotto la finestra di fuoco, e tesi gli orecchi, aspettando, con un brivido nelle reni, l'eco d'un vagito. Volete salire? chiese un'ombra accennante verso me.

La sua anima rabbrividiva nel silenzio di quella camera sacra alla morte, dacchè i becchini erano venuti un giorno a prendervi il cadavere del piccolo Giulio, dalla culla a fianco del letto. La culla era ancora , con quella bandiera bianca di merletti, che la copriva a mezzo, tutta bianca al di dentro, come aspettando il sonno di un altro bambino.

Eh, come lo sanno tanti altri, che lo hanno sentito laggiù, nella locanda della Rosa. Lei, deve sapere, Don Pietro, che io, aspettando un'occasione di vedere il conte Gino, avevo detto al suo portiere: rimarrò tutto questo giorno a Modena, e sono alloggiato alla Rosa, fuori porta San Francesco. Dunque, eccomi alla Rosa, non sapendo che fare. Lei indovina gi

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