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Si pose ginocchioni coll'Alemanno, che le venne allato; appoggiò i gomiti sui cuscini gallonati, raccolse nelle mani la fronte, e stette ad ascoltare quel suono d'organo, che sembrava avesse a dirle qualcosa. Oh! le ne aveva a dir tante, che Giuliano, la signora Maddalena, don Marco, avrebbero potuto di più.

Il signor Nicolazzo. Rosina, che era ad ascoltare, interruppe vivamente. Nicolazzo!... , ... non mi sbaglio, questo è il nome che il padrone di casa dava a quel brutto signore che è venuto qui pochi giorni sono, e che rimase incantato innanzi a questo ritratto.

98 Volse tornar dove lasciato avea Ruggier; seppe mai trovar la strada. Or per valle or per monte s'avvolgea: tutta quasi cercò quella contrada. Non volse mai la sua fortuna rea, che via trovasse onde a Ruggier si vada. Questo altro canto ad ascoltare aspetto chi de l'istoria mia prende diletto.

Che bambinetta? disse il nonno, fermandosi a riposare ed ascoltare. Ma la bambina di Tom, nonno! disse Edith. Sai bene! la piccola bambina del povero Tom, che è morto. E' venuta a star quì, con la sua mamma. E c'è anche la sua nurse. Si chiama Wilson. Ah ? disse il nonno vagamente, e si mosse per andare avanti. Poi si fermò di nuovo. Dunque Tom è morto? Ma nonno! nonno! Lo sai bene!

Solamente un poco! Suvvia! Un poco poco! Ce ne accontentiamo! No! No! No! No! Non è bello che vi sfreniate cosí nell'ora in cui avete piú che mai l'obbligo della disciplina per ascoltare la parola del nostro Direttore. (con familiare cordialit

Dovetti ascoltare sonetti e discorsi, dovetti udire e dire cento insipide frasi a un centinaio di persone statemi presentate, le quali tutte intercedevano di accompagnarmi al palazzo d'Angri. Ringraziai e rifiutai quanto più gentilmente mi riescì fatto. Vane ripulse, perchè più di venti carrozze aspettavano sul piazzale. Si partì alfine per Napoli.

Finalmente il dottore arrivò. Tastò i polsi, introdusse una mano nello sparato della camicia, chinandosi per ascoltare i battiti del cuore, o meglio per fingere di ascoltarli, giacchè il primo sguardo gli era bastato per capire l'inutilit

MARTEBELLONIO. Ti vo' raccontar la battaglia ch'ebbi con la Morte. LECCARDO. Non saria meglio che andassimo a bere due voltarelle per aver piú forza, io di ascoltare e voi di narrare? MARTEBELLONIO. Il ber ti apportarebbe sonno, ed io non te la ridirei se mi donassi un regno. I miei fatti son morti nella mia lingua, ma per lor stessi sono illustri e famosi e si raccontano per istorie.

Ma io, che tante volte v'ho fatto veder il falso leggiermente, or con tante ragioni non posso farvi creder il vero? DON IGNAZIO. E però non vi credo nulla, perché solete dirmi le bugie e conosco i vostri artifici. DON FLAMINIO. Ma se vogliamo adeguar il fatto, bisogna che ambodoi abbiamo pazienza, voi di ascoltare, io di parlare. DON IGNAZIO. Dite suso.

La proposta è egoistica, non lo nego. Ma io mi moltiplicherò per farvi annoiare come al teatro. Se volete, aprirò il pianoforte, e vi suonerò le più gravi, le più soavi melodie del Lohengrin che dovreste ascoltare al San Carlo. Parlerò con voi di trine, di amoretti, di gite, di nastri come potrebbe farlo la vostra amica Evelina.