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Aggiornato: 5 maggio 2025
Gli stormi dei corvi raddoppiavano; la nebbia sollevandosi a poco a poco dall'estreme linee di quell'estesa pianura aveva offuscato il sole e i grandi alberi della strada maestra in quell'incerto barlume sembravano giganti che osservassero con fiero cipiglio quella scena d'orrore: dei carrettoni traversavano innanzi a noi, come una triste visione di mente impaurita; questi carrettoni erano colmi di cadaveri e i carrettieri, sferzando i cavalli, fischiettavano le ariette dei villaggi natii; ogni tanto qualche lurida faccia, tale da farti ribrezzo solamente a pensarci, appariva in mezzo ai solchi, nei cespugli, tra le siepi, disopra al ciglione dei fossi, che non pochi erano quelli che giravano per frugare i cadaveri.
Simili ariette, così cantate, si sentono con gran diletto, tutte le sere estive, nella pubblica Villa di Palermo, e moltissime persone di ogni ceto corrono ad esserne ascoltatrici»⁵¹⁶. ⁵¹⁶ A. Forno, Opuscoli, p. CCXXX. In Napoli, 1792. Kephalides vi assistette nei primordî del sec.
Emilia passava i momenti più graditi nel padiglione del terrazzo. Vi si ritirava con un libro, per godere della sua malinconia, o col liuto, per vincerla. Assisa cogli occhi fissi sui Pirenei e sulla Guascogna, essa cantava le ariette più interessanti del suo paese, imparate nell'infanzia.
Di qui hanno principiato LE PICCOLE DANZE DA SALOTTO MONORITMICHE, LE ARIETTE SULLO SCHEMA DELLE PICCOLE DANZE ed il preconcetto della QUADRATURA NELLA COMPOSIZIONE. Epidemia che ha attraversato tutti i secoli dal suo nascere e che oggi ancora infetta l'intero campo musicale.
«Gran Dio!» sclamò Annetta; «io conosco questa canzone: essa è francese, ed una delle ariette favorite del mio caro paese... È un nostro compatriota che canta e dev'essere il signor Valancourt. Piano, Annetta,» disse Emilia, «non parlar sì forte; potremmo essere intese. Da chi? dal cavaliere? No, ma qualcuno potrebbe tradirci. Perchè credi tu sia Valancourt quello che canta? Ma zitto: la voce diventa più forte. La riconosci? Signorina,» rispose Annetta, «io non ho mai udito cantare il cavaliere.» Ad Emilia spiacque assai che l'unico motivo di Annetta per credere ch'era Valancourt, fosse che il cantore era Francese. Poco dopo udì la romanza intesa alla peschiera, e il di lei nome fu ripetuto così spesso, che Annetta gridò ad alta voce: «Signor Valancourt! signor Valancourt!» Emilia tentò trattenerla, ma essa gridava sempre più forte; la musica cessò, e nessuno rispose. «Non importa, signora Emilia,» disse la ragazza; «è il cavaliere senz'altro, ed io voglio parlargli. No, no, Annetta; voglio parlargli io stessa. Se è lui, riconoscer
Gli architetti di quelle case bisognava che fossero giovani simpatici; dovevano aver voluto dir tutti alcun che con quei disegni, e s'erano fatti tutti capire. Man mano che passavo per quelle vie, mi s'affollavano alla memoria versi, scene di romanzo, episodi storici, ariette d'opera.
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