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Aggiornato: 11 giugno 2025
L'anno nuovo poi ricominciava la medesima storia. Eppure, malgrado tutto, il professore Antonino non sapeva viver lontano dalla sua scuola. Le vacanze erano per lui una penitenza. Tutta la sua famiglia si riduceva a una sorella nubile più vecchia di lui, sorda e bisbetica, che lo tormentava senza posa affinchè egli domandasse la sua pensione. Ma soggiungeva la signora Bettina, che non era un'aquila ma devi volere la pensione intiera secondo il sistema vecchio, non la pensione di cinque sesti come d
«Gl'individui più maltrattati sono: Failla Giuseppe fu Onofrio di anni 37 muratore, Fiasconaro Rosario fu Antonio d'anni 62, Lipira Antonino fu Leonardo d'anni 53; Gennaro Vincenzo fu Pietro d'anni 52, Ricotta Santi fu Pietro di anni 50, tutti pastori.» Seguono le firme degli assessori e del funzionante sindaco.
Il Preside, esternando il suo rammarico per la risoluzione del professore Antonino, gli aveva detto con una gentilezza insolita: Senza complimenti, professore, se egli non ha voglia di stare in classe tutt'oggi, incarico un altro. Lei ha lavorato pe' suoi giorni abbastanza.
Antonino Galfo, siracusano, amico intimo del Metastasio, nel seguente arguto sonetto: Un panormita Precettor, che spesso Il pranzo, per ciarlar, lascia e la cena, Sfogava nel ginnastico consesso La sua loquace, inesiccabil vena. Il segno alfin sonò, per cui concesso È al misero fanciullo uscir di pena, Nè si avvedea, che da le ciarle oppresso Chi grattavasi il capo, e chi la schiena.
¹ Disse allo imbiancatore che la figura di santo Antonino lasciare vi si poteva, non gi
Né servono allora i rimedi delle protezioni, o, come si suol dire, dei mecenati: non serví il vero e vivo Mecenate, non Augusto ad impedire, non Vespasiano, Tito, Traiano, Adriano, Antonino o Marc'Aurelio, a trattenere di molto la decadenza. E tutto ciò è fuor d'ogni dubbio chiarito dalla successione, dalle date degli scrittori via via minori.
Sono le 3 pom., e il Presidente dichiara sciolta l'udienza. E l'indomani venne la volta di compare Ciccio Raja, e di compare Nino D'Amico. Raja, alzatevi, disse il Presidente. Come vi chiamate? Francesco Raja del fu Antonino, d'anni ventiquattro, di Lercara. Che ne dite delle vostre imputazioni? Che ne devo dire? io mi son fatto sempre gli affari miei.
Questo è D. Paolo Sgroi, che prepara studî sul mal caduco; quest’altro è D. Antonino Bettoni che presto conquister
Ma io, seguì a dire il nostro Antonino, senza badare ai gesti del suo interlocutore; io che devo fare? Occuparmi in esercizi di calligrafia per mio conto? Potrebbe ad ogni modo dar qualche lezione privata.... E allora è meglio che rimanga qui. Tanto e tanto mi tocca lavorar lo stesso, e qui almeno ho preso affezione all'ufficio.
Egli rivide ancora quella fisonomia languida, sparuta, egli intese ancora sonarsi all'orecchio quella tosse secca, insistente, e la voce di quella povera madre, adesso morta anche lei, che diceva: Ma questo qui bisogna che mi resti. Chi sa fino a quando il professore Antonino sarebbe rimasto immerso in siffatti pensieri se uno scolaro non gli avesse picchiato leggermente sulla spalla!
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