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Aggiornato: 15 giugno 2025


Certo lo scolaro era , immobile, cogli occhi negli occhi del professore; ma quante volte Donato piantò scolaro e maestro nella classe, per andarsene a Romanò a contemplare le linee d'un bel visino, a scomporre ed a ricomporre i mille congegni del proprio cuore?

Quanto tarderò a scoprirne in me pure dei capelli bianchi?! Povero Nordi... Con questo tempaccio e con questa melma, mezz'ora di sentiero fra i prati..... Se ci avessi pensato..... l'avrei fatto ricondurre in carrozza... Smemorata! Ma e perchè, anche lui, andarsene così presto e di sbalzo?... buonasera e via... senza nemmanco toccarmi la mano..... Poveretto! NORDI e detta.

Anche Lorenzo si mosse dal canto suo per andarsene. Ma dove? A casa non era prudente consiglio tornare; perciò gli parve acconcio di andare a chiedere ospitalit

Per ciò che si riguardava a lui, comandante di quella perigliosa fazione, egli doveva andarsene al suo ritrovo di Prè. Colaggiù avrebbe trovato cento uomini, con armi e munizioni giusta il bisogno, parte raccolti al pianterreno di una casa a lui gi

Ma la contessa Ginevra, dal giorno che la maestra di Bice aveva voluto andarsene scandalizzata, non era senza apprensione dinanzi a tali pregiudizi scolastici malgrado tutta la superiorit

Quella volta il marchese Landi fu per andarsene davvero; ma anche stando in piedi volle rimanere un istante, per sentire le novelle del messaggero. Nunzio, che rechi? diss'egli con piglio alfieresco al nuovo venuto. Ho trovato, finalmente; rispose il Lesarini. Ho faticato un pochino, chiedendo di qua e di l

La scena era patriarcale; ma appunto perchè c’era il patriarca, e non accennava mai di andarsene, Damiano non fu contento della sua serata com’era stato contento della sua mattinata. Ed anche Abarima doveva sentire la differenza dal giorno chiaro alla sera, dalla fontana alla piazza, perchè era taciturna, ed appariva anche impacciata. Parlava il vecchio, e per lei e per Damiano.

Anch'egli, come la sua buona sorella Albertina, vide nel presente il ricordo del passato, e v'associò la promessa del futuro. Non voleva più andarsene da San Giorgio; dalla terra alpina dove dormivano i suoi maggiori; dal solitario Castèu, dove prima che altrove fiorivano così bene le rose.

Ciò commoveva anche più i cittadini che rimanevano. E nondimeno moltissimi (i parenti poi v’eran tutti) li vollero accompagnare anco più oltre del limite stato permesso, quello cioè della porta di Ripalta. Al che gli stessi nemici non seppero opporre. E guai a loro se in quella generale esacerbazione l’avesser fatto! Troppo era il dolor disperato che que’ cittadini provavano nel lasciarli, quando essi oltracciò dovevan rimanere in balìa degli avversari! Per quel tratto poi, e sul momento dell’addio, tanti furon gli amplessi e i caldi baci, e i singulti, che non sapevan distaccarsi da loro! Ed oh! pe’ poveri esuli quale addio! Un saluto di caldo affetto lo davano non solo ai parenti e agli amici, ma anche a quelle mura paterne che con tanti stenti e sacrifizi lungamente avevan difese, e dove lasciavano ogni cosa più caramente diletta; e chi sa! forse per sempre! Novello e doloroso spettacolo fu a vedere tanti prodi, chiusa in petto l’amara doglia del vinto e dell’esule, privi quasi di tutto, andarsene confinati in un luogo alpestre, e nella quasi certezza d’essere anco l

La marchesa Polissena seppe allora che sua figlia aveva dovuto andarsene per obbedienza ai capricci di un marito geloso o seccato.

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