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«Prima ch’io de l’abisso mi divella, maestro mio», diss’ io quando fui dritto, «a trarmi d’erro un poco mi favella: ov’ è la ghiaccia? e questi com’ è fitto sottosopra? e come, in poc’ ora, da sera a mane ha fatto il sol tragitto?». Ed elli a me: «Tu imagini ancora d’esser di l

Alberto mangiava, e, solamente, vedendo il piatto di Marta quasi sempre vuoto, la esortò a mangiare anche lei. Sulla fine del desinare domandò: Tua madre non ha ancora scritto? No. Se tarder

Frattanto, Italia, sullo stesso sito ove giacciono calpestate ed insepolte le ossa dei tuoi prodi, il tuo vampiro, il tuo mal genio, il vituperevole prete innalza monumenti all'immorale schifoso mercenario che ti deturpa, santifica i carnefici, canta Te Deum alle sue orgie di menzogne e di sangue! E peggio ancora!

Scese le scale, la vide finalmente, e gli parve che, quantunque ancora bella, non fosse più dessa. Con isquisita galanteria seppe dissimulare la sua impressione, le prese la mano affettuosamente, gliela tenne stretta a lungo, e guardandola teneramente le andava ripetendo: Vi ricordate? vi ricordate?

Ah! egli è che di un amore come quello da lui ricordato, non se ne provano due nella vita!... Egli aveva amato ancora, aveva cercato attraverso le rinnovate esperienze qualche scintilla di quella gran fiamma: ma non l'aveva trovata. Come il duca d'Illiria della Dodicesima Notte di Shakespeare, egli avrebbe voluto esclamare: Enough, no more; 'Tis not so sweet now as it was before.

Dopo un lampo d'esitanza, Cesare le si avvicinò, le prese la testa che ricoperse di baci fitti e ardenti.... E promettimi ancòra.... egli soggiunse. Promettimi.... Terminò la frase presso l'orecchio di lei, sorridendo; mentr'ella ebbe un gesto di diniego col capo e con la mano.... Perchè? implorò Cesare. Dammi questa prova; non tenermi in angoscia.... Vuoi? È inutile, disse Emilia.

Interrogatosi alfine, durante una notte di cui ricordava ancora i dubbii, le ansie, la veglia angosciosa, s'era detto ch'egli amava Gioconda Dobelli, che non avrebbe mai amato tanto, che non avrebbe potuto vivere quand'ella fosse stata moglie d'altri.

Povera Maria! Il suo occhio ancora non poteva dare una lacrima, ma quali lacrime dovevano sgorgare dal suo cuore!... Il duca, appena uscito dal porto, si era legato al collo, per riparare la gola, il fazzoletto col quale ormai non poteva più salutare i suoi figliuoli.

Giacchè, pur troppo.... si sa.... la gioventù eh!... qui la Duchessa metteva un gran sospiro. Meglio così, insomma, che peggio ancora, ecco.

Vediamo se siamo ancora in tempo... Lugano non è in fin del mondo.