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Mi amate? Oh, lo vedete bene! mi rispose evitando i miei occhi che cercavano i suoi. Oh, ditelo, Fulvia; ditelo voi! Ebbene.... , mi disse con un filo di voce agitata e commossa. Dammi del tu, Fulvia, chiamami Max; dimmi ancora che mi ami. Un istante ella alzò gli occhi, che rifulsero un lampo d'amore; e riabbassandoli tosto, mormorò: , Max, ti amo!

Ma Fulvia ed io ridevamo non di allegria, di gioia; perchè omai una fase nuova era cominciata per noi; perchè sentivamo d'amarci e d'esserci rivelato a vicenda il nostro amore. Le nostre mani si stringevano con passione, si isolavano dalla conversazione, parlavano tra loro, si davano del tu. Quella di Fulvia diceva: Non più misteri fra noi, peritanze; io so che mi ami, e ti amo.

Ecco un libro per te io gli dissi, prendendo il volume di su le ginocchia di Giuliana. ; tu me lo darai. Lo leggerò. A te piace? chiese a Giuliana. , molto. È triste e consolante, insieme. Amo gi

Amò troppo castamente, e sacrificò all'ideale più che non sia permesso alla debole natura umana. Mi offriva vaniglie, viole del pensiero, versi francesi e sorrisi di santa Cecilia, l'organista

Sono tutti cranii senza luce. Non compresero me, Mabima. Amo Mabima, ma non ho mai perduto il dominio di me stesso. Certo, ho molto tardato a convincermi di essere tradito. Come potevo mai pensare che la mia volont

Di' che non mi ami più! gridò lui, in un accesso di furore, pronunciando la frase per lui terribile Di' che non mi ami, non mentire più, bugiarda, bugiarda! Non mento, Paolo. Non ti amo più. Esterrefatto, egli tacque. E nelle due o tre altre volte, quando annoiata, gelida, infastidita volgarmente, ella venne a lui, la stessa verit

Avrebbe dovuto addentrarsi in una difficile spiegazione; avrebbe dovuto dire alla sorella, che aveva sull'affetto di lei fondato ogni cara speranza: «Io amo Cesare Lascaris, e mi darò a lui per sempre; egli terr

La tua Nori.... la Nori dei tuoi baci, dei nostri baci.... Dammene ancora.... ancora.... ancora.... Poi scoppiò in un'altra risata strana, squillante. Per Dio! esclamò il Laner, scotendola forte, battendo i piedi per imporsi, per richiamarla in . Cosa fai! Pensa a ciò che fai!... È pieno di gente.... Ti amo, Pietro!... Ti amo, Pietro! Dio!

Ecco! esclamò Fiordispina. La Ninfa non è cortese come Don Pietro, che ripetè ad alta voce ciò che io gli avevo bisbigliato all'orecchio. La Ninfa è di pietra; rispose Gino. Se fosse viva, e se potesse parlare, ripeterebbe che io vi amo. Ecco una cosa che non è mai stata detta qui. Vi dispiace, signorina? soggiunse egli, vedendo che la fanciulla si era turbata.

Parlo con libera schiettezza al Monteverde, perchè lo amo e lo stimo. È un artista con cui si possono citare i Greci, senza essere sospettati di voler fargli dispiacere, torto. La quistione del resto non risguarda punto la valentia dell'artista; risguarda semplicemente la scuola, i confini in cui deve restringersi lo studio e l'imitazione del vero. Rammento qui, poichè mi viene a taglio, un altro grande artista italiano, di cui ho ammirato, a Genova, nella necropoli di Staglieno, un bellissimo genio, anch'esso colle ali e coi piedi da biricchino scalzo. Quei piedi erano copiati dal vero; non si poteva far meglio di così, volendo fare dei piedi di ragazzo dodicenne, che dimentichi troppo spesso le scarpe a casa. Ma, per un angelo, quei piedi mi stonano un poco. Imitate il vero dalla testa ai piedi, non dico di no; ma, nel caso di cui sopra, bisogna toglier le ali; anzi, meglio, non far angeli, mai, altre figure allegoriche. I Greci, a cui mi piace di ritornare, i Greci, che erano naturalisti in arte quanto noi, se non per avventura più di noi (me ne appello alla Venere di Milo), davano estremit