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Aggiornato: 15 maggio 2025


All'uno e all'altro lato dell'Almimbar, o pulpito, ondeggiano due stendardi, per significare che l'Islam ha trionfato del Giudaismo e del Cristianesimo, e che il Corano ha vinto l'antico e il nuovo Testamento. Gli almnedani salgono sulla galleria dell'alto minareto e intuonano il selam o il saluto al profeta. Allora le navate della moschea si riempiono di credenti, i quali, con bianchi vestiti e festoso aspetto, accorrono alla orazione. In pochi istanti, per tutta l'estensione dell'edifizio, non si vede più che gente inginocchiata. Per la via segreta che congiunge il tempio all'alcazar, giunge il Califfo e va a sedere al suo posto elevato. Un lettore del Corano legge una Sura sul leggìo della tribuna. La voce del muccin risuona nuovamente invitando alle preghiere del mezzogiorno. Tutti i fedeli si alzano e mormorano le loro preghiere, facendo reverenze. Un servitore della moschea apre le porte del pulpito e impugna una spada, colla quale, voltandosi verso la Mecca, ammonisce che si lodi Maometto, mentre gi

Il direttore della sala dei concerti «Koster and Bial's» che volle provare a dare una rappresentazione con un programma sul quale era scritto: A beneficio dell'Ospedale tedesco dovette prestare una cauzione di cinquecento dollari per non essere arrestato, e lo spettacolo venne interrotto. Lo stesso accadde all'Alcazar.

Il viaggio da Granata a Valenza, fatto tutto de un tiron, come si dice in Spagna, o d'un fiato, è uno di quegli spassi che un uomo ragionevole si piglia una volta sola nella vita. Da Granata a Menjibar, villaggio posto sulla riva sinistra del Guadalquivir tra Iaen e Andujar, è una nottataccia di diligenza; da Menjibar all'Alcazar di San Juan è una mezza giornata di strada ferrata, in un carrozzone senza tendine, in mezzo a pianure nude come la palma della mano, con quel po' po' di sole; e dall'Alcazar di San Juan a Valenza, tenuto conto di tutta una serata che si passa nella stazione dell'Alcazar aspettando il treno, è un'altra notte e un'altra mattinata, per arrivar poi alla sospirata citt

Dopo la biblioteca, l'Alcazar; ma prima di arrivare all'Alcazar, benchè si trovi nella stessa piazza della cattedrale, sentii per la prima volta che cos'è il sole dell'Andalusia. Siviglia è la citt

La tradizione narra che questa torre fu costrutta al tempo dei Romani, e che vi soggiornò per lungo tempo la bellissima favorita di quel Re, quando la torre era congiunta all'alcazar da un edifizio che venne demolito per far luogo al passeggio della Cristina.

Per queste ragioni, ed anche un pochino per questi pericoli, rinunzieremo a certe musiche grandiose e andremo a sentire la musichetta dei caffè cantaiuoli. Sono veri teatri, questi caffè, somiglianti a certe arene d'Italia; platea all'aperto, qualche volta protetta da un velario; quattro alberi intorno, ma non sempre; il palcoscenico in fondo, elegantissimo, con grandi specchiere, lampadari, fiammelle di gasse; queste poi a centinaia, a migliaia, sotto tutte le forme conosciute dal cavaliere Ottino, ed altre ancora, dentro e fuori del recinto, imprigionate in bellissimi globi di cristallo. Bisogna trovarsi sull'imbrunire ai Campi Elisi, in questa amenissima passeggiata che dalla piazza della Concordia mette all'Arco della Stella e al Bosco di Boulogne; le fiammelle di tutti quei caffè, vedute attraverso le piante, riescono d'un effetto magico, fantastico, e.... trovate voi gli altri epiteti, perchè io ci perdo la scrima. Di tanto in tanto un concertino di corni da caccia vien fuori ad avvertirvi che quelle fiammelle dei Campi Elisi non sono le anime dei giusti, e che potete entrare liberamente anche voi. Entrate di fatti, o all'Alcazar, o agli Ambassadeurs, o all'Horloge; ai primi posti sborserete tre lire, ai secondi la met

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