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In un'altra parte dell'isola eravi la chiesa di San Giulio con bei pavimenti a musaico, e due colonne di serpentino che sostengono la tribuna. Dalla sponda del lago vi si saliva su grandissimi gradini formati di sasso indigeno. Presso alla chiesa era allora un monastero che fu demolito, ed ora non se ne serba traccia.

Fecero vivo contrasto a simile determinazione i Capi Grigioni, accaniti avversarii del Medici, che vedere lo volevano sterminato, e non vi si piegarono che quando fu fermo il patto che il Castello di Musso, uscitone appena il Castellano, verrebbe demolito da capo a fondo, più sarebbe ricostruito onde mai vi stanziasse persona che riuscire potesse molesto vicino a quegli abitatori delle Retiche montagne.

Nulla Valmontone ha di notevole. Nessun monumento del medio-evo è sopravvissuto alla distruzione compiuta nel 1527 dalle soldatesche di Carlo V, reduci dall'aver saccheggiato Roma. Appena riedificato, fu di nuovo demolito dalle truppe del duca d'Alba e di Marco Antonio Colonna. Solo dalla piazza baronale del castello l'occhio può godere una veduta incantevole, quella dei monti Volsci, sulle cui sommit

Nessuno abita la spiaggia. Alla cima del promontorio, che dal lato di Baia declina a dolce scoscesa, torreggia una ruina, un casotto di doganieri, ora abbandonato e demolito. La si direbbe, questa punta di Baia, un dente cariato spezzato.

Frattanto, l'Albani colla sua donna al braccio tentava allontanarsi da quel luogo facendosi largo colla voce e col manico della mazza. Il palazzo di cristallo era quasi demolito. Un migliaio di essere umani si agitavano ignudi fra le rovine di quel piccolo mondo sotterraneo, spauriti dalla folla, rifuggenti da ogni carezza, emettendo grida selvaggie.

Ott’anni dopo, nel 1808, presso la casa di D. Giuseppe Valguarnera e Gentile Peveri, Marchese di S. Lucia, allato della piazza di S. Caterina, veniva demolito l’antico teatro dei Travaglini e ricostruito nella forma dell’attuale Bellini, allora, dal nome della regina, Carolino.

L'ossario di Solaro ov'io passavo quasi tutti i giorni, e guardando i crani pensavo a te, dicendomi: che cosa è la vita? e dove io ho contemplato quella mano rattrappita e secca, quando avevo sul cuore la lettera che mi avevi scritta e m'immaginavo la tua manina tonda e morbida, l'ossario l'hanno demolito... E noi abbiamo cambiato l'aspetto delle camere, del giardino, ma il mio cuore non muta.

³³³ Brydone, op. cit., lett. Una ventina d’anni dopo lo scellerato arnese veniva demolito, ed il Villabianca scriveva (maggio, 1798): «La forca fatta di fabbrica per pianca (beccheria) di carne umana è nella via pubblica di mare conducente a Bagheria. Viene spiantata in questo maggio: alzata nel 1500, mostra di vendetta, di giustizia, terrore dei malviventi del Regno. Ma poichè le giustizie oggi si eseguono nei luoghi dei delitti, restando così noto a tutti l’atto capitale che per l’avanti era ignoto a moltissimi, questo segno mortifero venne tolto. La vista di cosce, di braccia ecc., pendenti dagli uncini, le ossa ammucchiate nel pozzanghero di essa pianca recava[no] orrore ai passeggieri, specialmente alla Nobilt

La tradizione narra che questa torre fu costrutta al tempo dei Romani, e che vi soggiornò per lungo tempo la bellissima favorita di quel Re, quando la torre era congiunta all'alcazar da un edifizio che venne demolito per far luogo al passeggio della Cristina.

Bonifacio VIII fece distruggere questo Castrum Montis Prenestini, antica rocca dei Colonna e centro della loro signoria nella Campagna. Si possono leggere anche oggi le lagnanze dei Colonna al papa, in un documento del 1304, dove è scritto: «Egli ha anche demolito la rocca dell'antico monte Prenestino, Rocca nobilissima, che comprendeva splendidi palazzi e mura antichissime costruite dai Saraceni (Saracenico opere), con grandi macigni, al pari delle mura delle citt