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³⁴³ Da una nota testè trovata dall’onorevole Principe Pietro Lanza di Trabia in un Diario del suo bisnonno, D. Giuseppe Lanza e Branciforti, sappiamo che proprio in quell’anno l’antico Circolo di Cesarò passava accanto al teatro Carolino, cioè nella casa di S. Lucia, e che l’anno seguente vi teneva una splendida festa.

⁴⁴⁰ Avviso ai signori nobili che vorranno collocare le loro figliuole nel R. Educandario Carolino. In Pal., MDCCLXXXIII.

Ma il ballo non era un semplice esercizio fisico e di educazione, come quello che s’insegnava alle nobili donzelle del R. Educandato Carolino ed ai nobili giovinetti del R. Convitto S. Ferdinando; poteva, in vero, dirsi uno svago da cenobiti. Francesco Sampolo, che ballò la parte sua, perchè anche lui fu giovane, e della societ

Parlare poi di cultura femminile nel significato moderno della parola, non si può, senza creare equivoci. Quella che vi era (e certo rappresentava qualche cosa, allora) si raccoglie dal programma di studî del Carolino per le nobili donzelle, dalla Regola dei Collegi di Maria per le civili. Ordinariamente, poco leggevan le donne, e questo poco era la minima parte di quel che si leggesse in Continente: in Venezia, p. e., in Firenze, in Napoli, centri di pubblicazioni romanzesche; l

Il tanto combattuto S.a Lucia, nel 1809, sotto gli auspici della non lieta Regina, si trasformava, e da essa prendeva il titolo di Real Carolino, e dopo il 1860 di Bellini, col quale, imperturbabile e tranquillo, accoglie artisti di alto valore e cittadini d’ogni ceto; mentre il S.a Cecilia non è più che un nome, un nome sopravvissuto ai disastri finanziarî tra i quali è stato trascinato e travolto. L’eco fragorosa dei suoi solenni trionfi è stata soffocata dai piati della Compagnia dei musici e dai lamenti dello Spedale di S. Saverio; e nei palchi ove rifulsero ammalianti le più belle dame della Nobilt

Ott’anni dopo, nel 1808, presso la casa di D. Giuseppe Valguarnera e Gentile Peveri, Marchese di S. Lucia, allato della piazza di S. Caterina, veniva demolito l’antico teatro dei Travaglini e ricostruito nella forma dell’attuale Bellini, allora, dal nome della regina, Carolino.

Vi sono Giuseppe Amendola, prescelto a scrivere la messa solenne pei funeri del Vicerè Caramanico ; Giuseppe Calcara, che più tardi, nella trasformazione del teatro S.a Lucia, musicò un’opera del Carolino; Michele Desimone, che rivestì di note un coro di Siciliani per la venuta dei Reali in Palermo, e quel Giulio Sarmiento, vice-Maestro della Cattedrale, che al S.a Cecilia si affermò con l’arguta sua opera i Tre Eugenj.

Un giorno, senza che nessuno se lo aspettasse, il regio Convitto Carolino pei nobili giovanetti fu soppresso. Che è che non è? si volle romperla con la intrusione di qualche ragazzo «di recente nobilt