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Aggiornato: 3 giugno 2025


Il loro studio è utile per la storia dell'arte, appartenendo questi affreschi a stili diversi: a quello bizantino, a quello di Cimabue e di Giotto, fino ai secoli xv e xvi. Ne parlerò brevemente.

Il quale poi, per la clemenza di Dio, fingeva di essere un buon pittore di soffitti, e non arrossiva di commettere certi affreschi che, in tempi di minor tirannide, gli avrebbero anche fruttato la galera. Aveva assoldato due o tre imbrattamuri della mia forza e ci faceva sgobbare come tanti negri, vituperando la nobilt

La prima chiesuola, edificata, secondo un'iscrizione, dall'abate Giovanni V, nel 1116, fu ornata con affreschi nel 1220 da Giovanni VI. Questi affreschi ricoprono letteralmente le pareti, e, benchè rozzi ed imperfetti nel disegno, mostrano tuttavia una rara freschezza di vita ed una potenza epica naturale, straordinaria nello stile delle cronache trasportato nella pittura, se ci è lecito usare questa espressione.

Per esser riconosciuti pittori, a quel tempo, bisognava essere entrati fanciulli ai servizi di un vecchio artista, aver macinata per qualche anno la terra di Siena, aver fatto cuocere il travertino, di cui si faceva il bianco per gli affreschi, e portata magari la zuppa al principale, quando lavorava sui ponti, e non ismetteva per tutta la giornata, temendo giustamente che gli avesse a seccare l'intonaco.

Le cellette mortuarie di stile gotico c'invitano colle loro linee severe, colle reliquie degli affreschi, coi frammenti delle epigrafi. Vediamo!

Un istante dopo un'onda di luce siderea, di luce fredda illuminava da cima a fondo la sala del teatro mettendo in rilievo le dorature, gli stucchi, gli affreschi della vòlta, le stoffe delle drapperie, il ricco telone, tutta quella profusione di ornamenti, tutta quella ricchezza che dava alla sala l'aspetto di un luogo incantato. Evviva il Prince charmant! gridò Adriana battendo le mani.

La cosa non parve strana a Spinello, poichè messer Dardano era stato il suo primo protettore in Firenze, e rimaneva il suo migliore amico. Spesse volte il vecchio gentiluomo andava a cercarlo e stava qualche ora a vederlo dipingere, in questa o in quella delle chiese che Spinello decorava de' suoi mirabili affreschi.

Da certe mie considerazioni, le quali giudicherete da per voi. Ascoltatemi. Sono oramai parecchi giorni che il Vitali sta più contegnoso del solito, e, cosa strana, non si fa più pregar tanto, quando si tratta di mandar giù qualche cucchiaiata della vostra emulsione. Anzi, per dirvela schietta, ogni qual volta io gli consiglio di bere, si affretta a prendere, non una, ma due dosi (scusate se non vi so parlare con le frasi dell'arte) e di sovente me ne domanda una terza. Ora, questo fare mi ha dato nel naso, e ier l'altro appunto ho voluto indagarne la cagione, se mi fosse dato trovarla. Avevo l'aria di uno sbadato, e guardavo, dondolando la testa, gli affreschi del soffitto; ma con la coda degli occhi stavo attento all'infermo. Vorreste crederlo? Quel manigoldo mi guatava con que' suoi occhietti di cinghiale, e pareva farsi le beffe del fatto mio. Oh, qui c'è del buio, dissi tra me, e bisogner

Spinello si portò tanto bene in quell'opera, così nel colorirla come nel disegnarla, che presto non si parlò più d'altro in Firenze, e tutti gli amici e conoscenti di messer Dardano vollero vedere gli affreschi del giovine aretino, anche prima che fosse levata l'impalcatura. Tirato dalla fama di Spinello, e veduta la bont

V'entrai: un ponte ingombrava mezza la navata; ritto sovr'esso un imbianchino gettava colla sua scopa, delle grandi spalmate di gesso e latte sui vecchi affreschi e cantava a mezza voce una canzonaccia profana.

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