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Aggiornato: 7 giugno 2025
Morella respirò e ricadde sul canapè come affranta di fatica. La sua parte eccedeva. Poco dopo, ella si assise ad una tavola, e scrisse a M. di Linsac: «Cher ami, lo tengo. Che volete che ne faccia? Un misero? lo è di gi
Pestò i piedi, si stracciò le vesti, si strappò i capelli, si graffiò la faccia, rompendo, buttando all'aria tutto ciò che le capitava fra le mani, poi si lasciò cadere affranta, esausta attraverso il letto, gemendo ancora, torcendosi ancora, mordendo, nei sussulti dello spasimo, le coltri e i guanciali.
Questa volta, dovendo necessariamente allontanarmi co' miei ed essendo la mia diletta in delicata condizione ed affranta dalle fatiche sofferte, io mi decìsi di lasciarla in casa del nostro poeta insieme alla Maria con cui era divenuta si può dire sorella d'affetto cementato dalle sventure e dai pericoli passati in comune.
Sentiva troppo che la colpa non avrebbe potuto nascondersi in quell'animo onesto, che la menzogna non avrebbe potuto macchiare quella fronte aperta e leale; non lo condannò ma lo compianse, come compiangeva sè stessa; alzò gli occhi negli occhi di lui e stordita, affranta, senza parlare, colla gola serrata, stese una mano al Della Valle, che la prese tremante, e inginocchiandosi a un tratto innanzi a lei, la coprì di baci.
Oh, don Gregorio, no, non sono forte! Sono una povera donna affranta, allo stremo di forze; aiutatemi voi, voi che siete un santo! Noi, non sono un santo, figliuola. Io, vedi, sono stato sempre lontano dal pericolo; ho vissuto tranquillo e dimenticato, senza seduzioni, e senza battaglie. Il Signore non ha mai voluto provarmi, forse perchè nella sua sapienza infinita conosceva la mia debolezza.
Però vorrei sapere il motivo perchè sei sì affranta e sì debole... continuava.
Come? voi avete potuto pensare un solo istante che dandomi a voi come il salario di un servigio reso, che uscendo dalle vostre braccia affranta, vituperata, degradata, annientata, io vivrei, io avrei potuto vivere un sol giorno, un'ora sola? Eh! disingannatevi, signore. Il vostro ultimo bacio porterebbe via seco l'ultimo soffio della mia vita.
Ella parla con una voce tarda e affranta, con qualcosa di contratto e d’intento nel viso, come se portasse dentro di sé il fascino d’un invincibile terrore. Mortella. Bandino, vuoi andare ad avvisarlo? Vuoi condurlo tu stesso? Bandino. Bene. Sia. Vado. Esce, a capo chino, corrucciato. Mortella.
Io perdo la bussola! sclamò Augusta ricadendo affranta sul canapè. Prestatemi il vostro principe di Lavandall. Impossibile. Voi lo sapete: egli è la mia provvidenza. Io v'ò detto: prestatemi il principe. No. Vi sono dei prestiti che non si ricuperano mai più. Voi sapete, belloccia mia, che io lo conosco, che lo incontro presso i ministri, nelle ambasciate, nei saloni del Faubourg.
Lontana dalla madre, lontana quasi sempre da suo marito, e più sgomenta che lieta di ciò che l'avvenire preparava ad Alberto, aliena del pari dal mondo politico e dal mondo elegante, decisa ormai a non cedere alle lusinghe tentatrici dell'arte, ella passava le ore a fissar il volto pallido della sua piccina, a combattere i terrori che l'assalivano di tratto in tratto con incredibil veemenza, lasciandola affranta, spossata come dopo una malattia.
Parola Del Giorno
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