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Aggiornato: 13 giugno 2025


Poi abbassando la voce: Ed ama Loreta, figlio mio, aggiunse la signora Sant'Angelo, amala; essa è buona, ha sofferto, ha pagato coi dolori ogni suo errore; amala: non è indegna di te. Dopo quelle parole reclinò il capo stanco, ricadendo in uno stato di dormiveglia placidissimo, interrotto da qualche lieve scotimento nervoso.

Posti di fronte i duellanti e dato il segnale, Emilio non sentì neppure il fischio della palla, così passò essa lontana dalle orecchie di lui. Fissando bene in volto l'avversario ed abbassando lentamente la pistola, Lograve disse con accento pieno di sarcasmo: Lo schifoso mostricciuolo, caricatura di scimiotto, ha la tua vita nelle mani... e te la regala.

La luce! mormorò Leonardo abbassando docilmente la voce. Ernesta fu in piedi d'un balzo; aveva nello sguardo il baleno d'una gran gioia.... Ma la fasciatura copriva gi

Sicuro, ma.... non se n'abbia a male.... con sua sorella era il quadretto veduto, solamente lei era quell'altro; quello conservato nell'anima. A questo punto, Gino baciò lentamente la mano della marchesa. Lucia lo lasciò fare abbassando la vaga testina e così si aperse un po' più la scollatura dell'abito.

Ma il ferro vien sempre respinto dal ferro, pronto a colpire è prontissimo a parare. E la natura par sorridere a codesta lotta accanita fra la vita e la morte. Il sole, abbassando a poco a poco i suoi raggi, sembra piovere sulle piante una pioggia di luce, e queste, agitandosi dolcemente nel loro lieto mormorio, salutano l'astro del cielo.

Ti ricordi disse Roberto abbassando la voce del tempo in cui, fanciulli, giocavamo insieme? Noi si stava allora verso Porta Venezia, avevamo un bel giardino più grande di questo, e tu ti divertivi tanto a correre pe' suoi sentieri tortuosi. Mi par di sentire la ghiaja scricchiolare sotto i tuoi piedini.... Io t'inseguivo, ti raggiungevo, ti tenevo prigioniera.... E allora ci giuravamo di restar sempre uniti, fino alla morte. Te ne ricordi?.... Adesso io sto per ripartire.... , la mia licenza finisce lunedì, e se ci separeremo così sar

«Zitto, madonna, parlate sommessa.» E avvolgendosi ancora nel cappuccio, e abbassando più che potè la voce, perchè non l'avessero ad udire i servi: «È necessario che nessuno sappia per ora ch'io son qui venuto.» «Ma perchè vi siete travisato di questa guisagli domandò sottovoce Valenzia.

Perchè avete detto di no, Luisa? Avete così poco spirito? Vi ho forse mai fatto la corte, io, perche dobbiate temere la mia compagnia? È vero, non me l'avete mai fatta rispose Luisa, senza sorridere, abbassando gli occhi. O dunque? Andiamo, prendete un cappello e una mantellina, fate una collezione di risate, e venite con me. Sar

Perchè? domandò Bruno. Lo saprai più tardi! ripetè Nicla. Stettero in silenzio qualche tempo; e Bruno levò gli occhi a fissar la donna, che appariva tutta candida sul turchino compatto del cielo. Come sei bella! disse. Ti piaccio? ella rispose. Nicla, non torturarmi! esclamò Bruno, abbassando il capo. Ella gli rialzò il volto perchè la guardasse ancora.

O Abner, sapientissimo vecchio! disse il Fiesco, ridendo. Prega Dio che non ti sentano Giacobbe e Salomone. Quanto a me, tu hai la mia amicizia. E l'abbia in te la tua schiatta. Siete infine il popolo re. Fummo, signor mio, fummo; rispose il vecchio Abner, abbassando la fronte.

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