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Prese la penna con mano tremante, sottoscrisse un bono di trecentomila lussi, e lo porse al Torresani, senza aggiunger parola. Questi chiuse il viglietto nel portafoglio, e, fatto un inchino grottesco, uscì dal gabinetto.

Uscì dunque alla sua ora solita; visitò i suoi ammalati, e dopo le quattro, alla chiusura della Borsa, andò a trovare Alberto Dehal, per raccontargli lo strano ratto della sua fidanzata. Poi recossi al Circolo, ove trovò una lettera pressantissima di Augusto Thibault. Un buon viglietto di lotteria. Nel mezzo della state del 1833, il dottore di Nubo trovavasi a Nicastro di Calabria.

La formola del viglietto che giocherete la volta ventura, amico mio rispose il dottore con calma sarebbe la seguente; «Estratto dai registri dello stato civile della Comune di Nicastro, n°... pagina... ecc., ecc. Oggi, 20 aprile 1832, s'è presentato a noi, cancelliere della detta Comune, D. Antonio Bello, accompagnato da quattro testimoni onde fare iscrivere una bambina chiamata... chiamata... , chiamata Regina, cui il detto D. Antonio Bello ed i testimoni

L'han dessi dimenticato di poi, o non ne han lasciato memoria? Questa opulenza sembrò quasi regale a Don Diego, ed ei provò una specie di trepidazione involontaria. Ebbe per un momento l'aria goffa ed imbarazzata. Aveva dato il viglietto del capitano Taffa al domestico, ed aveva fatto domandare se lo si poteva ricevere. Cinque minuti dopo, Don Diego era introdotto nel gabinetto di Don Domenico.

Alternative continue di bene e di male, di meglio e di peggio, che m'irritavano e m'eccitavano nel medesimo tempo. Un giorno, il viglietto diceva: Sono quasi guarita: esco a passeggio con Giorgio. La cosa mi sembrò di poco rilievo, anzi uggiosa, comechè venisse a scemar l'aureola di sofferenza, che m'era consueto vedere intorno alla figura di Laura.

Marfisa n'ebbe un lago di piacere; da' piè le corse il sangue all'intelletto; e non aspetta altro messo o corriere, ché del guascon ragionava il viglietto e le dicea: «Venite tosto e sola, ch'io v'ho a dir molto grata una parola». Era il meriggio, era di maggio il mese, il foglio a pranzo invitava la dama.

E il pensiero di Ariberti corse ad una certa tribuna, dove, nelle occasioni solenni, si vedevano parecchie dame; e tutte, in apparenza, di alto bordo. Certo, la scrittrice del misterioso viglietto era una di quelle, e una voce arcana gli venìa bisbigliando che fosse per l'appunto una bellissima fra tutte, che egli aveva gi

Intanto io come il gatto, da una boscaglia, tutto vedea, e vedea perciò Cinzia a leggere il viglietto.

Qualche giorno dopo l'ultimo viglietto di Morella, questa ricevè la lettera seguente del principe di Lavandall: «Signora contessa,

Or vo' farvi veder come un signore tratta le dame che gli fanno onore. Cosí detto, s'appressa al calamaio fingendo dissegnare un suo viglietto. Non dimandar se Terigi fu gaio o se fu per morirsi di dispetto. Avrebbe dato il cuore, non che il saio, piuttosto ch'ella scriva al giovinetto: non pensa s'ella dica bene o male, ma l'ammazza il viglietto al suo rivale.