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Uomini son, dal lùgubre Saio così sformati, Che, a vederli, ti paiono Armadii impelliciati. Un , se più farnetichi Della moda il capriccio, Costor vedrem per tunica Vestire un pagliericcio. E son gli elegantissimi.... Sono i liòns dei corsi! Eh! via! ribattezzatevi Ippopotami od orsi! Se d'uomo qualche pallida Sembianza ancor serbate, In voi tre tipi adunansi: Birro, bromista e frate.

Vi furono giorni in cui il potentissimo abate, collo stendardo della cicogna, scendeva alle soglie imponenti dell'abbazia, fra la sua corte fastosa, arbitro delle liti tra popolani e nobili, fra paese e paese, scendeva a ricevere una comitiva guerresca od ossequente; e i monaci, sui vasti dominii, sulle settantamila pertiche, si spargevano, fratelli di preghiera e di lavoro, ad una nuova opera, asciugando i paduli, guidando le acque, applicandole all'utile, creando il sistema lombardo delle marcite; e i reggenti di Milano venivano agli altari recando i diplomi dei frequentissimi privilegi; e i vecchierelli sotto il saio vegliavano sui libri o cantavano nel coro, o sfilavano al cimitero. La Guglielmina boema vi dormì poco sonno di morte. La ricca nobilt

Vestiva il Duca un lungo robbone di saio nero foderato di seta, la grossa catena d'oro dell'orologio ne ornava la duplice bottoniera, e la barba bianchissima gli scendeva prolissa sul petto. Severo nell'aspetto, alteramente libero nel portamento, riciso parlatore, acuto nello sguardo e attento, il suo volto imponeva; una tal quale maest

Non appena infatti avevano i baldi giovani depositato alle proprie loggie l’armatura e le armi, che i più, ripreso il saio e la cappa, si davano a raccorre le apprestate corone; e ciascuno alla casa della fanciulla che più gli aggradiva, dove non l’avesse fatto sull’alba, si recava ad appendervi il maio fiorito.

Or vo' farvi veder come un signore tratta le dame che gli fanno onore. Cosí detto, s'appressa al calamaio fingendo dissegnare un suo viglietto. Non dimandar se Terigi fu gaio o se fu per morirsi di dispetto. Avrebbe dato il cuore, non che il saio, piuttosto ch'ella scriva al giovinetto: non pensa s'ella dica bene o male, ma l'ammazza il viglietto al suo rivale.

Sommesso rombo di lontani tuoni Han le file serrate. S’avanzan sotto il rigido rovaio Con passo uguale e tardo. Nuda è la testa, l’abito è di saio, Febbricitante il guardo. Essi cercano me.

E a me disse il mio cor: Non forse è un duce?... Non forse, in mezzo a l’infernal clamore D’un’officina, splendido nel saio, Egli soggioga i mostri Ch’ebber dal genio umano artigli e rostri, Alma di fuoco e muscoli d’acciaio?... Non forse in lui la fonte d’energia Zampilla, prepotente, Che riviver far

È comune dettato che quando vuol far tempesta, gli uccelli di malaugurio non mancano. Sinistro infatti era il ritorno di quel Nuto in Pistoia sul cominciar dell’assedio. Non senza un perchè da astrologo che v’appariva, si era infinto di nuovo della persona, senza barba, col saio e il cappuccio del popolano. Abboccatosi notte tempo col Fortebracci, lo aveva trovato disposto non solo a ciò che l’altra volta gli proponeva, ma di parte Nera decisa, e bramoso non d’altro che di vendette. Per quanto costui si fosse mostrato piuttosto tepido e anche indifferente all’opinion generale, contrariando, prima per poco affetto di patria, poi per quello spirito d’opposizione propria di quei tempi e di que’ cittadini, e che suol mostrarsi più ostinata quanto più ingiusta; nessuno però fin allora avrebbe supposto in esso tanta perfidia: sicchè impunemente se n’era tornato in citt

Ivi egli compose i suoi salmi della penitenza e il suo Credo. Sembrava si fosse trasformato in penitente come aveva fatto l'imperatore Ottone III che, dopo aver visto crollare il suo potere su Roma, aveva rivestito il saio e si era rinchiuso per pregare nella cella di Sant'Apollinare. Quando sentì avvicinare la sua fine (si spense il 14 settembre 1321), domandò che lo si sotterrasse vestito dell'abito dei francescani. Per questo i frati minori lo considerano come uno dei loro; si ricorda, d'altronde, che nel suo poema egli si era gi

Come la giovinetta fu vicina a costoro, dimandolli del padre Anacleto, dove lo si potesse vedere; ed uno, il quale alla colatura di cera che aveva sulle maniche del saio pareva il sagrestano, pose lei e la cascinaia su di una viuzza che menava a trovarlo. Bianca ringraziò appena, e si mise a camminare frettolosa, lasciando quei laici addietro a fare le congetture.