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Ventisette e sette trentaquattro e porto tre disse il signor Dal Bono continuando una somma. Poi alzò lentamente il capo. Gi

Amare, amare! disse il Dal Bono, cacciandosi su pel naso una presa di tabacco. Sono riscaldi di fantasia, sono fuochi di paglia. Oh non creda proruppe il giovine, che non sapeva più contenersi. E poi a che servono tutte queste circonlocuzioni? Lei sa benissimo chi amo, chi ho sempre amato, chi amerò sempre.... Amo sua figlia....

Questo breve dialogo ricordò all'ingegnere Arconti che il suo congedo di quindici giorni non era lontano dal termine e che egli non aveva ancor preso un partito definitivo. I Dal Bono e sua madre non dubitavano di finire coll'indurlo a fare a modo loro, e il suo silenzio contribuiva a mantenerli nella loro illusione. No, non era possibile di durar più a lungo così. Domani, quella sera stessa forse, egli avrebbe fatto un ultimo tentativo con Lucilla, e se anche questo gli fosse fallito, ebbene, a costo di morire poi di dolore, egli avrebbe, senz'altri inutili indugi, ripreso la via di Valduria, e spezzato un vincolo che gli imponeva il sacrifizio della sua dignit

Il signor Benedetto Dal Bono era di pessimo umore, e sfogava il suo spleen dando molestia alla diletta consorte.

Quantunque facesse abbastanza caldo, tutte le finestre della casa erano ermeticamente chiuse, e pareva d'entrare in una serra. Convinto che la troppa commozione fa male alla salute, il signor Dal Bono accolse Roberto con un riserbo pieno di decoro. Sicuro egli disse benissimo fatto ad accettare un impiego fuori di Milano.... Speriamo buona fortuna.

A rivederci, signora Giulia, a rivederci, Lucilluccia mia disse il giovine ingegnere Roberto Arconti, stendendo la mano alle due signore Dal Bono, madre e figliuola, ch'entravano in un negozio di mode nella Galleria Vittorio Emanuele a Milano.

E chi dice adesso? rispose il Dal Bono, che non vedeva senza apprensione questo colloquio. Dico che parlerò.... Intanto passerò nella mia camera.... Ahi!... Sempre queste punture.... Se Bruni s'ostina a non voler ordinar nulla, bisogner

Un guasto sulla linea Piacenza-Milano ritardò di due ore l'arrivo del treno. L'ingegnere Arconti non giunse a casa di sua madre che dopo le otto pomeridiane. Una donna di servizio, ch'egli non conosceva e da cui non era conosciuto, gli disse che la signora Federica era dai Dal Bono, ove si sarebbe trattenuta tutta la sera.

Sarebbe stato meglio, assai meglio, ch'egli avesse quella mattina spedito un telegramma. Prese un fiacre per recarsi dai Dal Bono. Mal disposto com'era, non voleva essere veduto da nessuno de' suoi amici. In casa Dal Bono trovò finalmente un servitore che lo conosceva. Domandò della signora, della signorina, domandò di sua madre.

Per la qual cosa li sudditi di Santa Chiesa, per la continua mutazione, non consequiscono quel governo bono, che potriano consequire se il governo fusse stabile.