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Ti è proprio dispiaciuto tanto, che Attilio Venturi sia morto? Oh, tanto! Egli doveva morire pronunziò Paolo Spada, col tono dogmatico dello scrittore. Oh! mormorò ella, senz'altro, sentendo il peso della sua ignoranza più forte, sulle spalle. Altri dialoghi simili, consecutivamente, accaddero.

Ma il buon senso non è morto. Giace riverso, mezzo fra torpido ed ebbro. E pei giorni venturi e per i nostri figli, noi lo vogliamo ridesto, limpido e vigile. E questo mio libro non deve essere una lamentazione funebre, bensí una squilla di risveglio, una diana italiana. Amici e nemici, levate con me il calice dell'auspicio! Settembre 1917.

"Non ha gemme la terra "Che paghino una sola ora d'amore!... "Ed io fui ricco!... Ed or di mia dovizia "Le briciole soltanto, le memorie, "Conforteranno i miei venturi giorni! "Come di eventi di tempi remoti!

Egli ruminava il più vasto colpo che per undici secoli avessero mai concepito i successori di san Pietro. E' doveva dare alla terra un esempio di rigore e di smisurato arbitrio di potere, che i secoli venturi funestò di mali infiniti, di guerre, d'irreligioneria senza limiti. I suoi progetti erano alfine giunti a pienezza onde venire alla luce, senza più veli, senza più orpelli. La sua autorit

E sono visioni, paesaggi, storie, ricordi di cose udite e vedute, ogni cosa risognata, come modestamente egli dice in quella sua stanza muta ai venturi ed ai presenti.

Ma da che parte si deve incominciare? Venturi non immemor ævi Sibi et Urbi è scritto sui potenti fastigi: Lodovico XII diceva ai patrizi di San Giorgio: «Voi siete meglio alloggiati di me:» e lo dicevano Carlo V e Filippo II. Genova è la citt

Il libro è piccolo di mole, ma grande per le memorie che suscita, per le simpatie che inspira, pei ricordi che evoca. Alla narrazione appassionata di Ernesto Pozzi, l'arte ha voluto aggiungere, colla patriottica matita di Sebastiano De Albertis, l'Orazio Vernet della nuova Italia, una nota calda e generosa. La penna, il pennello e la spada si sono stretti in un abbraccio ineffabile. Il volontario di Milazzo, di Mentana e di Digione ha scritto. Il soldato delle Cinque Giornate, della campagna 1848, di Varese, S. Fermo, 1859, e di Bezzecca nel 1866, ha disegnato. Due generazioni si sono alleate per questo volumetto, che a noi, sul tramonto, rammenta un'ora entusiastica della giovinezza perduta, e che ai venturi, pei quali la storia d'Italia sar

No, no, non mi sento creato per questa vita nulla che conduco! no, no, no, non mi seducono le scettiche prospettive di una vita negli anni venturi... no, no! Io amo come Dio vuole che alla mia et

Dannati a conservar la stessa creta Leggendo dentro ai secoli venturi; Dannati a scorger la splendida meta Dietro le grate di carceri oscuri! Favello a voi, per cui dolore e gioja, Pari al lampo, non duran che un istante, E che desiate, per fuggir la noja, Un'angoscia od un gaudio incessante;

Finalmente, il libro rappresenta l'autore che sopravvive a stesso; è una parte della sua anima che rimane sulla terra dopo la morte, è il suo pensiero che vola attraverso i tempi, e manifesta ai venturi una voce del passato! Daniele, essa concluse, dovresti fare un buon libro.