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Venne il luglio del 1917; e Roberto, finito il secondo anno di studi all’Istituto Nautico, fu alpino. Volontario alpino; e pazzo per la gioia di esserlo. Aveva scelto quell’arma per la certezza di non esser mai imboscato, nemmeno contro la propria volont

ROBERTO SARFATTI: Volontario alpino nato a Venezia il 10 maggio 1900, morto il 28 gennajo 1917 riconquistando il Col d’Echele. Appunto perchè la sua vita fu breve, conchiusa in un anello con la morte per gemma vermiglia, io qui la racconto. Se fosse vissuto avrebbe spogliato tutti i rosai, bevuto a tutte le sorgenti, affrontato tutti i rischi, esplorato nuovi climi e nuovi cieli.

Ma il buon senso non è morto. Giace riverso, mezzo fra torpido ed ebbro. E pei giorni venturi e per i nostri figli, noi lo vogliamo ridesto, limpido e vigile. E questo mio libro non deve essere una lamentazione funebre, bensí una squilla di risveglio, una diana italiana. Amici e nemici, levate con me il calice dell'auspicio! Settembre 1917.

Prima è in un plotone di arditi: vi compie miracoli di valore; ma si guarda bene dal raccontarli. Scrive semplicemente che ha sofferto la fame e la sete. Ah, la sete!... In data del trentun dicembre 1917: «Questa sera è l’ultima dell’anno, ed io la passerò lavorando sotto alla «imminente luna», lontano da voi che amo, ma vicino a voi come non mai.

Questo breve articolo apparve nel Corriere della Sera del 27 marzo 1917. I filologi «scientifici» lo attaccarono con la solita virulenza, ma, viceversa, finirono per aderire inconsciamente a tutte le mie proposte. Riferisco in nota i luoghi da cui risultano tali adesioni; non per il gretto gusto di coglierli in contraddizione; ma per allineare alcuni dei punti su cui dovr