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In ogni atto e costume, Gentil, soave ell'era; Più bella ancor la sera, Quando, disciolto il crin, Della lucerna al lume, Con agil man seguiva La pulce che fuggiva Dal niveo petto al lin. Rivedo e bacio alfine Le cifre desïate, Le note profumate Che la sua man vergò; Fra i monti e le colline Fra i boschi e i laghi errante, Al suo lontano amante Clarina ancor pensò.

Ma non confuser l’infocata lava De’ baci; non l’ebbrezze desïate; Ella il padrone, egli guardò la schiava, Per ritrovar le forme un giorno amate. Per ritrovarle....

ANGIOLA. Dubito che non mi proponiate un infame amore sotto una onorata richiesta di nozze. DON IGNAZIO. O Iddio, non mi conoscete nel fronte e negli occhi pregni di lacrime l'effetto della mia fede, che son ridotto all'ultimo termine della mia vita? ché se non voglio morire, son costretto toglierla per moglie? ANGIOLA. Ditemi di grazia, che cosa desiate da lei?

CINTIA. A che proposito? dubitate forse non si faccia l'ufficio cosí caldamente come desiate? ERASTO. Sapete che gli amanti intorno i loro amori credono solo al testimonio degli occhi loro. Fate, Cintio mio caro, ch'io non resti cosí defraudato d'un mio cosí ardente desiderio, e se amate la mia vita adopratevi per lei.

E questa è l'allegrezza che mi portavi? LECCARDO. Io non penso che possa esser migliore. DON FLAMINIO. E dove la fondi? LECCARDO.... Non mi avete voi detto che non la desiate per moglie?

Tu déi venire, anzi che passi troppo, al desiato fin d'una tua impresa: e fia per la virtú di duo pianeti le cui opposizion debbon pure ora mancare al fin di questa nuova luna. E le cose che son giá lungamente desiate verranno a buoni effetti. Però sia allegro. Or non vo' qui discorrere il ciel di cerchio in cerchio e i loro aspetti. Ma ho detto appunto. PILASTRINO. Basta. È da vantaggio.

Dannati a conservar la stessa creta Leggendo dentro ai secoli venturi; Dannati a scorger la splendida meta Dietro le grate di carceri oscuri! Favello a voi, per cui dolore e gioja, Pari al lampo, non duran che un istante, E che desiate, per fuggir la noja, Un'angoscia od un gaudio incessante;

FORCA. Io, in quanto Forca, son persuaso a bastanza; bisogna persuader Pirino che ve la restituisca. DOTTORE. Dove è Pirino, accioché possa ragionargli? FORCA. Con Pirino non potrete ragionar altrimente; ma ragionate con me quello che desiate ragionar con lui, e fate conto ch'io sia sua mente, suo desiderio e ch'io ascolti con le sue orecchie e ch'io vi risponda con la sua lingua.

PIRINO. Tu ben t'accorgi, tristarello, quanto t'ami e quanto vaglio senza te. FORCA. Non mi mirate negli occhi, che non vi paia che ci manchi un pugno; non il mustaccio, che non vi stia bene uno sgrugnone; non nello stomaco, che non vi disegniate un calcio; non le spalle, che non desiate misurarle con un legno.

SULPIZIA. Le tante cortesie, ricevute da me, non meritavano tal guiderdone. EROTICO. Ho conosciuto veramente tanta gran cortesia non meritarla; ma la vostra gentilezza me ne ha fatto degno. SULPIZIA. Queste paroline melate usi tu per ingannar le povere semplicelle, per giongere a quel termine che desiate, e poi lasciarle. Ingannevoli volpi, che non desiate di noi se non la pelle.