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Mentre la pia Placidia che visse per molto tempo a Bisanzio, si faceva seppellire in una cappella quasi sotterranea, splendente di mosaici e d'imagini sante, Teodorico, il re goto, preferiva una sepoltura degna di un capo di barbari del nord e di un Cesare romano. La semplicit

Il ricordo dei tragici avvenimenti della decadenza romana e dell'invasione barbarica, i tempi di Stilicone, di Alarico, di Attila e di Genserico, la grande figura di Teodorico, le lotte gigantesche che misero termine alla dominazione dei Goti e immortalarono i nomi di Totila, di Belisario, di Teia e di Narsete; infine, l'oscurit

Di vero, se i difensori del Papato si avvisano chiedere con qual diritto presumete togliergli il governo dei popoli, e voi rispondete: con quello medesimo onde Zaccheria ne spogliò Childerico: e notate che manco gioverebbe la ragione, che non è eterno un Papa, e morto uno sciagurato gliene surrogano altro virtuoso, imperciocchè lo stesso poteva succedere nella stirpe di Childerico, la quale non si spegneva mica con lui, al contrario egli aveva un figlio per nome Teodorico, ed entrambi deposti furono chiusi in carceri separate; negò il sospetto la consolazione di starsi uniti ai miserrimi; il primo nel monastero di Siziù, il secondo in quello di Fontanelle; allora prigioni i monasteri, soprastanti i frati.

Dopo aver visitato la sua tomba, si può andare a vedere quella di Teodorico, che corrisponde alla seconda epoca della storia di Ravenna e ad uno dei più memorabili periodi degli annali d'Italia.

Nel 1654, un legato del Papa fece incastrare in questo muro un'urna di porfido; e siccome questa era stata trovata presso la tomba di Teodorico, ne concluse che aveva contenuto le ceneri del gran re dei Goti e ciò fu arditamente affermato nell'iscrizione oggi ancora visibile.

Al cenno del re, i deditizii furono fra le armi accompagnati ai piedi del soglio. Precedevano i principi sassoni e turingi, l'arcivescovo di Magdeburg, il valoroso vescovo di Alberstadt, Ottone di Nordheim, Magno duca di Sassonia, il conte Ermanno, Federico palatino, Teodorico conte di Cantelenburg, Adalberto langravio di Turingia, i conti Rudiger, Sizzo, Bern e Berengario.

Non si può dubitare che il resto di muro, di cui si parla più sopra, abbia fatto parte del palazzo di Teodorico. La tradizione del luogo, in cui sorgeva questo fabbricato, non poteva in alcun modo perdersi in Ravenna.

E' da Ravenna che Teodorico governò l'Italia, riunita per l'ultima volta in regno sotto la dominazione dei Goti. Egli vi costruì un magnifico palazzo. Se egli avesse mai abitato questo edificio, si potrebbe concludere che la residenza degli ultimi imperatori d'Occidente si era di gi

In mezzo alla solitudine selvaggia del capo Circeo, sul lembo estremo dell'antico dominio papale, questa iscrizione sul pallido marmo mi affascinò con tale forza storica, come se fosse di un passato molto più remoto e come se appartenesse alla stessa epoca della lapide che, nel palazzo municipale di Terracina, eterna la memoria del prosciugamento delle paludi pontine eseguito dal gran re dei Goti, Teodorico.

Il duce germanico, Odoacre, avendo, nel 476, messo fine all'esistenza dell'Impero romano d'Occidente ed essendosi proclamato primo re d'Italia, governò con saggezza e fermezza in Ravenna, quando fu attaccato da Teodorico. Per tre anni si difese gagliardamente; obbligato, infine, ad arrendersi, fu massacrato nel suo palazzo per ordine del vincitore, nonostante i patti della capitolazione.