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Sorge Totila da Verona con cinquemila uomini, batte e disperde i duchi greci a Faenza, s'allarga prendendo cittá in Emilia, in Toscana; poi gira intorno a Roma e Napoli, corre tutto il mezzodí; torna su Napoli, la piglia e non la saccheggia. Chiaro è: i goti rinnovati dalla sventura, erano ridiventati non solo forti, ma piú miti e migliori in tutto che i greci.

Combattessi una seconda gran battaglia alle falde del Vesuvio; e vi pugnò Teia come Totila nella prima: piú felice di lui, morendo sul campo, e, dicesi, dopo aver cambiati parecchi scudi, carichi, l'un dopo l'altro, di aste nemiche. Allora si arresero tutti i goti restanti ; e chi li dice poi cacciati fuor d'Italia, chi sparsi in essa. Certo, molti rimaneano ancora.

Incontraronsi presso a Gubbio; e fu una gran rotta di goti: Totila che avea combattuto de' primi e degli ultimi, da re, morí ferito nella fuga. Fu in Pavia gridato a degno successore di lui Teia, uno de' capitani principali.

Gridan re, prima Ildibaldo un nobile e forte guerriero, in breve ucciso per vendetta privata; poi si dividono tra Eurarico e Baduilla, ed ucciso quello, resta solo questo, chiamato poi Totila o «il vittorioso». Quindi incomincia un'ultima guerra di riscossa, che è la piú nobil parte della storia de' goti in Italia.

Il ricordo dei tragici avvenimenti della decadenza romana e dell'invasione barbarica, i tempi di Stilicone, di Alarico, di Attila e di Genserico, la grande figura di Teodorico, le lotte gigantesche che misero termine alla dominazione dei Goti e immortalarono i nomi di Totila, di Belisario, di Teia e di Narsete; infine, l'oscurit

Totila alla testa delle feroci sue orde conquistava Roma, la distruggeva, ne sterminava la popolazione ed era questa giustizia di Dio! "Morr

Fu rioccupata da Belisario, riassalita da Totila; combattevvisi intorno tre , e fu vinto Totila; ma con poco frutto: ché dopo poco di guerra spicciolata fu in breve, per nuovi intrighi di corte, richiamato Belisario, il quale avea cosí guastata la gloria di sua prima impresa d'Italia.

I popoli della terra portarono per contraccambio ai loro tiranni servitù, rovine, miserie. Il continuatore degli Attila e dei Totila non men depredatore di loro gettossi lui pure sulla facile preda e palpitò di gioia il fallace suo cuore mentre la stringeva tra le ugne! Che bell'appannaggio al crescente principino!... Parodia del gran zio. Ci vuol altro!