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Bice le si strinse contro, riempiendosi la bocca col suo grembiule turchino per soffocare i singhiozzi; la vecchia ne traballò, poi con una mano gialla, ossuta, le tastò il capo, e sul suo volto di mummia parve passare una luce bianca. Rosa, Rosa.... il mio bambino! l'altra gridò con un singulto anche più violento, urtandole col petto le ginocchia in una invocazione delirante.

Rocco si tastò se era vivo, vedendo gaio quel frate, udito a predicare in D..., e che di certo doveva essere l'istesso, di cui aveva inteso la storia dai quattro capi scarichi la notte innanzi... Ma più fu turbato quando vide sopraggiungere di quei quattro, i due che poco prima s'erano messi ai panni della sua figliuola; e tutti inchini e rispetti a quella dama, avere da essa e dal frate strette di mano e sorrisi; come gente dabbene.

Ero quasi pentito d'aver toccato un tasto doloroso; forse commettevo un'imprudenza scoprendo una mina che non aveva scoppiato, ma mi sembrava un dovere di coscienza non aver segreti per mia moglie, alla quale avevo oramai dedicata tutta intiera la vita.

120 Quanto dovea parergli il dubio buono, se pensava il dolor ch'avria del certo! Poi ch'indarno provò con priego e dono, che da la balia il ver gli fosse aperto, toccò tasto ove sentisse suono altro che falso; come uom ben esperto, aspettò che discordia vi venisse; ch'ove femine son, son liti e risse.

Ella gli spalancò in volto gli occhi vitrei, aprì la bocca per pigliar fiato: No, disse con la voce confusa e pastosa dei morenti. Poi, volto il capo, dette tre gridi lunghi, striduli, strazianti; non respirò per un minuto secondo; tastò vagamente il lenzuolo con le dita; respirò fortemente e morì. Signora,

Il Frascolini, più furbo della Nena, sapeva giocarla benissimo su questo tasto.

Verdiana, colta alla sprovvista sul tasto delle biancherie, per le quali ogni buona massaia sente tanta passione, dimenticata la origine degli scudi, si pose a fare i conti con don Cirillo. Questi, sebbene fosse non mediocremente istruito, pure di conti non sapeva nulla; onde la somma non tornava mai. Verdiana annoverava toccandosi i labbri con le dita, ma anch'ella in abbaco andava poco innanzi.

Alzò le sopracciglia senza dir parola; quindi si provò di separar le mani tuttavia congiunte, ma lo supplicai, più con gli occhi che con la voce, di smettere. Tastò i polsi, ascoltò il cuore senza dare alcun segno del suo giudizio; finalmente domandò un cerino che non si trovava mai. Quando lo accostò alle labbra di Violet non osai guardare, mi copersi il viso.

Avete ragione, mormorò il curato chinando la testa. Non si toccò più il tasto delicato. Non riuscii a decifrare il senso di quelle parole; solo mi parve d'intendere che «quella donna benedetta» fosse la signora De Emma. Ma qual era la causa delle sue diffidenze rispetto ad Aminta? Qui stava il nodo della quistione.

Senza pensarci bene, forse operando per moto spontaneo d'ingegno avvezzo ai pronti espedienti, Bartolomeo Fiesco aveva toccato un tasto che doveva rendere buon suono nell'animo del virtuoso Ximenes. Di coscienza? diss'egli. E si può sapere, senza offesa di sacre ragioni?