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E per mettere in pratica il consiglio, il curato si avviò alla camera seguìto da Verdiana, la quale gli andava dietro ripetendo: Vedrete che al conto, che fate voi, ce ne mancheranno una diecina... o una ventina.

L'Asino assetato bevve avidamente fino all'ultima stilla l'acqua raccolta nella pila, e la luna scomparve. Allora Giannicchio, preso da maraviglia e da spavento, si dette a gridare che Marco aveva bevuto la luna. Tale era Giannicchio. O cari! o desiderati! esclamava la buona Verdiana, e si affrettava affannosa verso l'Asino e il Curato.

E fosse finita qui!, aggiunse la divota Verdiana; ma il peggio tocca di l

Don Cirillo raddrizzandosi lentamente, parve avere vissuto dieci anni in un minuto: però senza amarezza alcuna disse alla serva. Verdiana mia, voi siete stata profetessa. O meschina me! non avessi mai parlato... E adesso, che cosa ci avanza a fare? domandò il Curato dandosi della palma aperta sopra la fronte. Rassegnarci ai voleri di Dio...

Volete che io vi faccia un po' d'acqua di salvia col miele.... o piuttosto un cotogno cotto nel vino.... o veramente lo pezzette di aceto sopra le tempie? Un senapismo.... un pediluvio.... un semicupio.... un cristeo? Ouf! soffiò il Curato, e disse poi: fate tutta questa roba per voi, Verdiana, se ne avete bisogno; sto bene, prima Dio, ed ecco i cento ducati... Ve' belli... belli!

Ed io sostengo, ch'essi hanno a bastare, e piegò la persona per sollevare il coperchio dello inginocchiatoio; ma ad un tratto si raddrizzò interrogando: Verdiana, che diamine mi diceste ieri sera? Che la farina del diavolo se ne va in crusca?

Il curato messe il capo sotto le lenzuola, e si turò le orecchia con le coperte per non udire cotesta persecuzione. La mattina don Cirillo, quando si levò, guardò prima il cielo, e poi sott'occhio Verdiana; quello gli prometteva una buona, questa una trista giornata.

Don Cirillo rimase giù curvo della persona, con la predella sollevata, la testa e il collo volti verso Verdiana. Verdiana chiuse gli occhi, e allungò ambedue le braccia con le mani giunte sul capo a sesto acuto: parevano colpiti da catalessi. Così stettero lungo spazio di tempo, senza dire parola, senza battere palpebra.

E Verdiana proseguiva: Io ho detto begli ai ducati, perchè davvero mi piacciono; ma non mi paiono più belli della mia coscienza, del mio obbligo, e molto meno poi del mio Gesù; chè se niente niente temessi che vi avessero a far prevaricare, vedete come io ne userei? Verdiana ne prese due pugni, e mostrò volerli gittare fuori della finestra io li butterei per granturco alle galline... Verdiana!

Silenzio, Verdiana; non mormorate contro la Provvidenza, ch'è peccato; ho bussato, e mi fu aperto; ho chiesto, e mi furono dati cento scudi... Cento scudi! E allora facciamo i fuochi...