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37 Finge ella teco, t'ama prezza; che ti pasce di speme e di parole: oltra questo, il tuo amor sempre a sciochezza, quando meco ragiona, imputar suole. Io ben d'esserle caro altra certezza veduta n'ho, che di promesse e fole; e tel dirò sotto la in secreto, ben che farei più il debito a star cheto.

, la sua; era proprio vero. Mi ero deciso di finirla... Perchè intanto ella si ostinava a parlare dell'altra? Che intendeva dire? A una nuova interrogazione, rispose: Non t'ama; non ti amer

Ahi, lasso me: perché, perché non lice mostrar aperto il cor? perché disdetto m'è 'l dir ch'io t'ami, se cotanto t'amo? Perché disdetto a te l'amar chi t'ama?

In una lettera del marzo 1806 diretta da Parigi al Pagani, il Manzoni si esprime così. "Scrivimi presto, te ne prego per me e per mia madre, che legge le tue lettere coi miei occhi. Ella t'ama quanto io t'amo. Ella è continuamente occupata.... ad amarmi e a fare la mia felicit

O sommo Iddio, chiunque puoi col sol benigno sguardo al mio caro signor porgere aita, deh! muovati pietá, se quella solo ne gli spirti celesti vive e alberga; vogli di cruda e acerba morte di chi piú che t'ama e sopra a tutti li iddii t'onora esser cosí cagione. CRISAULO. Che fai, Fileno?

«Nella breve ora della sua agonia, mentre al capezzale io disfogava in lagrime il dolore dell'imminente perdita, la moribonda dopo d'avermi dato quei saggi consigli che l'esperienza le suggeriva, mi disse con voce solenne: « Datti pace, figlia mia, poichè se la morte inesorabile ti toglie la madre, ti rimane però sempre il padre tuo, che t'ama tanto.

Ecco mio padre, il qual non men che io t'ama e riverisce. SENNIA. Giá lo conosco a tempo che tu fingevi nol conoscere. FILASTORGO. Signora mia, se non volevate che mio figlio avesse usata tanta impertinenza, non dovevate far figlia tanto bella di tanto onore e di tanto merito, ché bastarebbono queste cose a far divenir folle altro cervello che d'un giovine.

Ma lei? domandò finalmente Perez, che non aveva più tentato di interromperlo, rispettoso della sua ambascia; ma lei, con che cuore gli va incontro? Se t'ama ancora, se va a lui per semplice dovere, di che ti lagni?

Alta luce, che accogli l'anima ch'è contenta in cosí dolce foco arder mai sempre, con meno amare tempre scorgi l'alma che è giunta all'ultim'ora; poi che, morendo, ancor t'ama ed onora. FILENO. Ah! Tu sei pur di bello in su la grossa! Oh! Che canzone è quella, da cantare il de' morti! CRISAULO. Ahi!

FILOCRATE. Prego che mi dica la cagion del tuo indugio perché dentro giá 'ncominciava a sentir tanto sdegno che forse anco avrei preso de' partiti. Non vo' dire altro. FRONESIA. Odi. Costui vaneggia. Oh! Va', ché tu m'hai pien del tuo cervello. Parla con l'aere. FILOCRATE. Tu non mi rispondi, Lúcia? A chi dico? E' non sta però bene far tanto strazio di chi sai che t'ama piú che la vita propria.