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Da l'altra parte il suo valor non finge, e mostra in fatti quel ch'in nome suona, quanto abbia nel giostrare e grazia ed arte, il figliuolo d'Amone, anzi di Marte. 46 Furo al segnar degli aspri colpi, pari, che si posero i ferri ambi alla testa: ma furo in arme ed in virtù dispari, che l'un via passa, e l'altro morto resta.

Se però tu avrai un santo orrore per tutti gli uomini stupidi, devi imparare a conoscere gli imbecilli incompresi. È una specie pur troppo non rara e che inganna anche i buoni osservatori. L'imbecille incompreso ha tutto l'aspetto esteriore dell'uomo normale e può perfino simulare un forte ingegno. È stupido di dentro, ma porta una vernice, che finge l'ingegno.

Ed ho scritto: finge di non accorgersi, perchè non può giudicarsi altrimenti. In quelle pagine di racconto che avrebbero dovuto essere dialogo son notate le più lievi sfumature dell'animo dei personaggi: il dialogo sembra agitarsi, snodarsi serpentinamente tra le righe della narrazione; ma l'autore lo infrena, lo impedisce.

(vorrebbe distrigarsi dalla preoccupazione. Non ci riesce. Finge una certa tranquillit

Maddalena è posta un po' in disparte; finge occuparsi in un lavoro d'ago, ma i suoi occhi sono fissi in volto alla figliuola e gode la povera madre contemplando quelle guancie su cui sembrano ritornate le rose della salute. Flavio cerca con una mano la mano della giovinetta che glie l'abbandona con gaudio trepidante; le loro vergini anime sossultano d'amore.

Per lei, non lo posso dare a meno di trenta lire. La signora, con sorriso ironico, ma arrossendo della propria audacia: Troppo caro! quindici lire. Creda, mi costa di più alla fabbrica. La signora, malizia suprema, finge allontanarsi, ripetendo: Quindici lire, niente più! Il mercante l'afferra per la veste: Gliela do perchè è lei, e voglio fare la prima vendita della giornata, ma ci rimetto!

Ella è impiedi davanti al comò e finge di spolverarlo. Gué?... 'Onn'Am

Donato si rizza in piedi, finge di ravviarsi i capelli innanzi allo specchio, abbozza un sorriso a due o tre camerati, esce a passo fermo colla desolazione nel cuore ed il signor Asdrubale dietro. Uno degli orologi più frettolosi di Milano batte la mezz'ora, un altro gli risponde e dieci altri. Donato cammina un breve tratto a gran passi, poi rallenta l'andatura.

Si figuri se non gliele darei; ma in cucina non c'è più un solo boccone di carne. Dunque, non mi dai niente? Le potrei dare.... le posso dare.... E finge di pensare. Dunque? sentiamo! Le posso dare.... l'indirizzo di un'altra trattoria. Eh! va all'inferno. Se, però, il signore si contentasse di qualche cosa di freddo!... Cioè? Per esempio.... una granita di limone.

Più d'una volta aprì la bocca per parlare ma la parola gli muore sulle labbra; finalmente si risolve, finge un accesso di tosse per richiamare l'attenzione dell'amico ed incomincia: Sicchè adunque, caro pap