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Tu mi stillasti, con lo stillar suo, ne la pistola poi; ch’io son pieno, e in altrui vostra pioggia repluo». Mentr’ io diceva, dentro al vivo seno di quello incendio tremolava un lampo sùbito e spesso a guisa di baleno. Indi spirò: «L’amore ond’ ïo avvampo ancor ver’ la virtù che mi seguette infin la palma e a l’uscir del campo,

Flebil vista a mirarsi Sulla terra stillar vile e negletto Il tronco, onde Ellesponto anco paventa: Atro il bel volto e sparsi I crin fra il sangue, e del feroce aspetto La bella luce impallidita e spenta! CHIABRERA, Ode in morte di Astore Baglione.

Tu mi stillasti, con lo stillar suo, ne la pistola poi; ch’io son pieno, e in altrui vostra pioggia repluo». Mentr’ io diceva, dentro al vivo seno di quello incendio tremolava un lampo sùbito e spesso a guisa di baleno. Indi spirò: «L’amore ond’ ïo avvampo ancor ver’ la virtù che mi seguette infin la palma e a l’uscir del campo,

Tu mi stillasti, con lo stillar suo, ne la pistola poi; si` ch'io son pieno, e in altrui vostra pioggia repluo>>. Mentr' io diceva, dentro al vivo seno di quello incendio tremolava un lampo subito e spesso a guisa di baleno. Indi spiro`: <<L'amore ond'io avvampo ancor ver' la virtu` che mi seguette infin la palma e a l'uscir del campo,

Tu mi stillasti, con lo stillar suo, ne la pistola poi; si` ch'io son pieno, e in altrui vostra pioggia repluo>>. Mentr' io diceva, dentro al vivo seno di quello incendio tremolava un lampo subito e spesso a guisa di baleno. Indi spiro`: <<L'amore ond'io avvampo ancor ver' la virtu` che mi seguette infin la palma e a l'uscir del campo,

Per te fu vista una virtù risorta Distender l'ali cinta dell'allor, E d'una gente che pareva morta Sangue stillar l'inaridito cor. Pria che l'amor del tuo popolo e prima Che cessi il verde onor della tua gloria Nel mar sommersa andr

Miseri noi! cui sole alba non mena, chiude a sera in occidente il giorno, Che non ci si minacci aspra catena, Che duri oltraggi non ci sian dintorno; E nostra vita gir di pena in pena, Far su le scure tombe atro soggiorno, Stillar gli occhi, piangendo i cari ancisi, E depor sul ferètro i crin recisi.