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Mai paventato non avea il Signore, Come il paventa in quest'istante, e mai Non avea per Lui tanto arso d'amore! Nessun dica al fanciul: «Tu obblïerai Questo gran »: più non possibil crede Volgere a colpa affascinati i rai: Trasmutato a quel rito in uom si vede; Sdegna le vanit

Flebil vista a mirarsi Sulla terra stillar vile e negletto Il tronco, onde Ellesponto anco paventa: Atro il bel volto e sparsi I crin fra il sangue, e del feroce aspetto La bella luce impallidita e spenta! CHIABRERA, Ode in morte di Astore Baglione.

Come Leon se pascolare armenti Vede oltre al fiume ne le piaggie armene Ben l'unghie indura, e bene arrota i denti, E ben farìa sanguigne erbe ed arene; Ma pur paventa di superbia carco L'ampia riviera, che contrasta il varco. Tal fu del gran guerrier. S'avvampa in seno Di dare assalto, ed a pensar poi prende Sovra l'Angelo apparso, e' tiensi a freno, E, sofferendo, i suoi ritorni attende.

Ed anco è bella, e se non fosse forte Padrona pur sarebbe della sorte, E senza scettro ella potrìa guidare La moltitudin cui dal monte al mare Abbaglia il ritmo di sue forme e il truce Occhio languente dall'arcana luce. Ella non teme alcun rivale e sfida Che il più grande l'offenda o la derida, E non paventa alcun Iddio e china Non si prostra ad alcun, poichè è divina.

A dileguare fin l'ombra delle superbie e degli astii vecchi dovrebbe invero bastare la coscienza de' comuni dolori: e se Austria diffida e paventa di Magiari insieme e di Slavi, e s'ingegna gli uni contro gli altri aizzare, questa almeno dovrebbe essere ragione potente a amicarli. Una vertigine provvida ai popoli travolge i pensieri della corte di Vienna; che dopo il 1849 poteva conciliarsi l'una almeno delle due nazioni, o qualche ordine almeno di persone in ciascuna delle due, alleviandone i pesi, dimostrandone a qualche modo fiducia e riverenza: ma tutte Vienna le esasperò. E come se gli antichi fomiti fossero pochi, sopravvenne il Concordato con Roma (alzata d'ingegno tutta profana, per fare della sagrestia un'anticamera al gabinetto di corte) sopravvenne a incitare in Ungheria il risentimento de' protestanti (che tra' Magiari sono il maggior numero, e forse i più ricchi), i quali dello zelo religioso rinfiammarono l'amore di patria, e per questo parte degli stessi Cattolici ebbero consenzienti. Così il Concordato, che in Italia apparve uno scherno delle curie vescovili e della curia papale, facendo più impertinente la licenza della polizia civile e della polizia soldatesca, il concordato in Ungheria parve volersi dall'Austria pigliare in sul serio, e suscitò contro lei serii impacci. Ma se gli Ungheresi ebbero lo speciale privilegio di cotesta molestia, in altro furono troppo appareggiati agli Slavi. E nell'uno e nell'altro paese i beni della nazione, quasi fossero beni della famiglia imperiale, furono (ricchezza inestimabile in mani intelligenti) venduti per una miseria, come si suole dai prodighi e dai disperati. E le imposte, gi

Su questa umida arena in van s'arresta Tua spada omai; tutta la turba è spenta; Mira, che su la riva atra e funesta, S'altri non cade morto, almen paventa; Ma per andar dove Ottoman tempesta, Tue membra lasse il piede egro sostenta Debilemente; or fin ch'a te non torno, Quì non t'incresca far breve soggiorno.

Ucciderla subito non sarebbe punirla abbastanza!... Io voglio in faccia sua dirvi tutto il male, che fece.... Poichè è questo ch'ella paventa... Si arrestò vedendo entrare due cavalieri. Erano il conte di San Giorgio e Dal Pozzo, che correvano sulle traccie di Federico. Cielo! che avviene qui? chiese spaventato il cavaliere di Malta.

È un grido contenuto, ma partito dalle viscere profonde. Mortella. È il sangue che paventa il sangue, è la carne che teme la carne. Così è, anche se tu non lo dici; ed è una cosa mortale. È orribile sentire che la nostra voce ora passa tra i nostri denti. Se parlo, ferisco. Se interrogo, lacero. Se rispondi, mi strazii. Costanza.

In cotal guisa favellando ei veste D'usata pompa il regio busto, e guarda Che chiude l'alba ancor l'uscio celeste, E d'ira par, che per l'indugio egli arda; Torna a le piume, e pur le ciglia ha deste, Onde tra quei riposi ei più non tarda; Va per le tende, e perturbato in faccia Con interrotto suon duolsi e minaccia. Obbrobrio d'Asia, a la stagione eletta Per la vittoria ogni guerrier paventa?

Schiavo mai! freme, leva il pugnale amico e lo porta alle labbra. Non paventa la morte: Ha scannato gi