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dinanzi a noi, tal quale un foco acceso, ci si fe' l'aere sotto i verdi rami; e 'l dolce suon per canti era gia` inteso. O sacrosante Vergini, se fami, freddi o vigilie mai per voi soffersi, cagion mi sprona ch'io merce' vi chiami. Or convien che Elicona per me versi, e Uranie m'aiuti col suo coro forti cose a pensar mettere in versi.

Molto e` licito la`, che qui non lece a le nostre virtu`, merce' del loco fatto per proprio de l'umana spece. Io nol soffersi molto, ne' si` poco, ch'io nol vedessi sfavillar dintorno, com'ferro che bogliente esce del foco; e di subito parve giorno a giorno essere aggiunto, come quei che puote avesse il ciel d'un altro sole addorno.

Dolcezze di carceri umanitario. Se taluno s'infastidisse leggerle, lo prego a pensare ch'io le soffersi, e di parecchie tacqui per non parere esagerato. Anco questo è anacronismo, però che Giordano Bruno fosse condannato al fuoco nel 17 febbraio 1600. Dicono che tanta infamia si commettesse in odio agli Spagnuoli, ed è scusa trista quanto la colpa.

Io nol soffersi molto, poco, ch’io nol vedessi sfavillar dintorno, com’ ferro che bogliente esce del foco; e di sùbito parve giorno a giorno essere aggiunto, come quei che puote avesse il ciel d’un altro sole addorno. Beatrice tutta ne l’etterne rote fissa con li occhi stava; e io in lei le luci fissi, di l

A questi fati non dovrebbe mai condursi l'uomo... ed io soffersi valicarne il termine estremo! A modo di tronco in mezzo alla via, io mi attraverso alla vita dei miei, ingombro odiato e insidioso. A che più stai, anima sconsolata?

Cara, io so quanto ti affanni il ricordo di tutto ciò che soffersi, amando te, per la tua resistenza, e ascolterò anche adesso il tuo «no, no» come quando me lo dicevi stringendoti a me in un abbraccio angoscioso; non descriverò quei momenti. Ell'aveva lasciato una lettera per me.

Ed io non volli: ma commisi a me stessa il mio destino. Non io, non io de’ lor traffici oscuri viver soffersi, leggiadretta serva, con basse ciglia ed anima proterva filando il lino entro i lor vecchi muri: non io le grigie e tortuose scale di lor case salìi, dove s’affloscia gioventù, senza gaudio e senza angoscia, su spessa coltre e torpido guanciale.

turgide fansi, e poi si rinovella di suo color ciascuna, pria che ’l sole giunga li suoi corsier sotto altra stella; men che di rose e più che di vïole colore aprendo, s’innovò la pianta, che prima avea le ramora sole. Io non lo ’ntesi, qui non si canta l’inno che quella gente allor cantaro, la nota soffersi tutta quanta.

che', per tornare alquanto a mia memoria e per sonare un poco in questi versi, piu` si concepera` di tua vittoria. Io credo, per l'acume ch'io soffersi del vivo raggio, ch'i' sarei smarrito, se li occhi miei da lui fossero aversi. E' mi ricorda ch'io fui piu` ardito per questo a sostener, tanto ch'i' giunsi l'aspetto mio col valore infinito.

Io nol soffersi molto, ne' si` poco, ch'io nol vedessi sfavillar dintorno, com'ferro che bogliente esce del foco; e di subito parve giorno a giorno essere aggiunto, come quei che puote avesse il ciel d'un altro sole addorno. Beatrice tutta ne l'etterne rote fissa con li occhi stava; e io in lei le luci fissi, di la` su` rimote.