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<<Non aver tema>>, disse il mio segnore; <<fatti sicur, che' noi semo a buon punto; non stringer, ma rallarga ogne vigore. Tu se' omai al purgatorio giunto: vedi la` il balzo che 'l chiude dintorno; vedi l'entrata la` 've par digiunto. Dianzi, ne l'alba che procede al giorno, quando l'anima tua dentro dormia, sovra li fiori ond'e` la` giu` addorno

in vid’ io così l’etera addorno farsi e fioccar di vapor trïunfanti che fatto avien con noi quivi soggiorno. Lo viso mio seguiva i suoi sembianti, e seguì fin che ’l mezzo, per lo molto, li tolse il trapassar del più avanti. Onde la donna, che mi vide assolto de l’attendere in , mi disse: «Adima il viso e guarda come tu se’ vòlto».

e tu, figliuol, che per lo mortal pondo ancor giu` tornerai, apri la bocca, e non asconder quel ch'io non ascondo>>. Si` come di vapor gelati fiocca in giuso l'aere nostro, quando 'l corno de la capra del ciel col sol si tocca, in su` vid'io cosi` l'etera addorno farsi e fioccar di vapor triunfanti che fatto avien con noi quivi soggiorno.

Tosto che loco la circunscrive, la virtù formativa raggia intorno così e quanto ne le membra vive. E come l’aere, quand’ è ben pïorno, per l’altrui raggio che ’n si reflette, di diversi color diventa addorno; così l’aere vicin quivi si mette e in quella forma ch’è in lui suggella virtüalmente l’alma che ristette;

E come clivo in acqua di suo imo si specchia, quasi per vedersi addorno, quando è nel verde e ne’ fioretti opimo, , soprastando al lume intorno intorno, vidi specchiarsi in più di mille soglie quanto di noi l

si` m'accors'io che 'l mio girare intorno col cielo insieme avea cresciuto l'arco, veggendo quel miracol piu` addorno. E qual e` 'l trasmutare in picciol varco di tempo in bianca donna, quando 'l volto suo si discarchi di vergogna il carco, tal fu ne li occhi miei, quando fui volto, per lo candor de la temprata stella sesta, che dentro a se' m'avea ricolto.

Tosto che loco la circunscrive, la virtù formativa raggia intorno così e quanto ne le membra vive. E come l’aere, quand’ è ben pïorno, per l’altrui raggio che ’n si reflette, di diversi color diventa addorno; così l’aere vicin quivi si mette e in quella forma ch’è in lui suggella virtüalmente l’alma che ristette;

Tosto che loco li` la circunscrive, la virtu` formativa raggia intorno cosi` e quanto ne le membra vive. E come l'aere, quand'e` ben piorno, per l'altrui raggio che 'n se' si reflette, di diversi color diventa addorno; cosi` l'aere vicin quivi si mette in quella forma ch'e` in lui suggella virtualmente l'alma che ristette;

Molto e` licito la`, che qui non lece a le nostre virtu`, merce' del loco fatto per proprio de l'umana spece. Io nol soffersi molto, ne' si` poco, ch'io nol vedessi sfavillar dintorno, com'ferro che bogliente esce del foco; e di subito parve giorno a giorno essere aggiunto, come quei che puote avesse il ciel d'un altro sole addorno.

Io nol soffersi molto, poco, ch’io nol vedessi sfavillar dintorno, com’ ferro che bogliente esce del foco; e di sùbito parve giorno a giorno essere aggiunto, come quei che puote avesse il ciel d’un altro sole addorno. Beatrice tutta ne l’etterne rote fissa con li occhi stava; e io in lei le luci fissi, di l