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Martedì Maggio 86. Il guardaporta dello spedale dei Pellegrini è un burbero rossiccio, il quale, quando in certi giorni ha infilato un soprabito che gli batte alle calcagna, tutto stinto e sparso di macchie d'olio, quando ha caricata la testa d'una tuba mostruosa, crede di essere il guardaporta di Palazzo Reale. Ha conservato un accento calabrese e la insolenza dei soldati borbonici; certo ha dovuto servire nell'esercito di Re Mbomma. Tra l'altro poco ci vede, per una congiuntivite che gli arrossa tutto intorno le palpebre. Sar

A mezzogiorno preciso il vapore si mosse; tutti salimmo in coverta. La giornata era superba, il panorama incantevole. Il nostro battello, che si poteva chiamare un guscio, tanto era piccolo, costeggiava la bella riviera che è una delle prime bellezze della bellissima Italia; noi non ci scostammo mai più di cinquanta passi da riva; si passava adunque vicinissimi a quei seni, a quei golfi che s'intersecano nelle montagne, ora ridenti per il verde delle piante, ora tristi per il cenerognolo dei molti uliveti, ora orride per il colore rossiccio delle pietre e per la mancanza di abitazioni; i cento villaggi, i pittoreschi castelli che si vedevano spuntare qua e l

Il sole del 26 maggio nascondevasi dietro i pittoreschi monti che circondano la Conca d'oro a ponente, fosco, rossiccio, come se macchiato di sangue e col crepuscolo d'un giorno infocato cominciavano a vedersi, nelle pubbliche passeggiate, alcune carrozze con dentro il bellissimo sesso della stupenda capitale.

Al comparire di quel bagliore rossiccio che, battendo sul muro, veniva a cadere e a morire sulla strada bianca di neve, il vecchio cuore accartocciato si dilatò come sotto il soffio d'una tenera commozione. Quelle vecchie povere ragazze, a cui l'Amore non aveva mai detto nulla, amavano lui come si ama un figliuolo.

Riverenza all'altare! disse sottovoce il prete; e Battistone, che sentiva il suo canestro sul braccio, nel traversare quel semioscuro ambiente, provò qualche cosa nell'animo, come sarebbe la paura di cadere da un gradino che non c'è. Dalle due finestre d'angolo, che davano sulla piazza Castello, si vedevano i lampioni a gas, quasi soffocati dalla nebbia e dalla neve in un cerchio rossiccio.

Che pensava ella? La sua fronte era pur sempre tenue e pallida come un'ostia. Cadeva forse su lei un'altra ombra, oltre quella della sera? Io vedevo Raimondo: non più in forma del fanciullo perverso e felino dagli occhi grigi ma in forma d'un corpicciuolo rossiccio e molle, a pena a pena respirante, che una lieve pressione poteva far morire.

»Il lume era ritornato nella camera, ne vedevo il suo rossiccio riflesso nella strada. Tesi l'orecchio. Il dottore era entrato in quella camera che doveva essere la cucina del povero appartamento. La finestra stava socchiusa per la grande caldura. S'era in agosto poco dopo la met

Era un abito smesso del padrone, che non portava sempre la veste talare. Spelato nelle maniche, rossiccio, era stato una specie di livrea pel vecchio servitore morto, ed ora doveva servire per Cardello. È un po' largo, un po' lungo; ma tu crescerai, e tra qualche mese ti andr

E ridenti di bianco o di rossiccio, le case vivevano tra quel magnifico sopore della vegetazione, che nell'aria calda non muoveva fronda o foglia.

Io guardavo quel viso rossiccio, grosso come il pugno di un uomo, mezzo nascosto dalla cuffia trapunta; e con un'avversione feroce, che annullava nella mia anima qualunque altro sentimento, pensai: "Come farò a liberarmi di te? Perché non moristi soffocato?"