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Il crepuscolo ci avvolgeva in un manto cenerognolo, passandoci nell'animo il presentimento d'un gran riposo, nella casetta bianca e ilare che ci aspettava a poca distanza; pareva aleggiassero le sforate d'una ballata di Göthe fra i rami dei pini, inclinati in uno stormir discreto. Non v'era altro che pace, all'intorno, e ombra, e mitissimo grado di calore.

Al rosso tramonto era successo il bagliore mesto della prima sera. Dai prati si sollevava un vapore tenue, d'un bianco cenerognolo; le piante, scosse dalla brezza, frusciavano le vette nella semi-luce; il parco si andava facendo sempre più deserto; il brusio della citt

A mezzogiorno preciso il vapore si mosse; tutti salimmo in coverta. La giornata era superba, il panorama incantevole. Il nostro battello, che si poteva chiamare un guscio, tanto era piccolo, costeggiava la bella riviera che è una delle prime bellezze della bellissima Italia; noi non ci scostammo mai più di cinquanta passi da riva; si passava adunque vicinissimi a quei seni, a quei golfi che s'intersecano nelle montagne, ora ridenti per il verde delle piante, ora tristi per il cenerognolo dei molti uliveti, ora orride per il colore rossiccio delle pietre e per la mancanza di abitazioni; i cento villaggi, i pittoreschi castelli che si vedevano spuntare qua e l

Si va incontro al nemico. Tu, mamma, bada a Licinia; chè la va da consolessa a consolessa. Noi ci incaricheremo di Fulvia. LICINIA, FULVIA e Detti, con BIRRIA in disparte. Quella di Licinia, di color bruno; quella di Fulvia di color cenerognolo, o bianco. Ben vieni, o Licinia. La casa di Lucio Valerio è tua. Tu sei sempre cortese, o nobile Claudia.

La fanciulla era corsa all'unico balcone, che lasciava entrare una pallida luce nella stanza: al basso, vide muraglie d'antico recinto, giardini abbandonati, grandi alberi da cui si staccavano, portate dal vento, le foglie ingiallite; vide, a qualche distanza, un gruppo di povere case, e fuggir da que' tetti qualche striscia di fumo biancastro; e campi all'ingiro e praterie attraversate da rigagnoli, divise da lunghissime file di salici e di pioppi sfrondati; e di lontano, sopra un cielo cenerognolo, uniforme, disegnarsi le bianche guglie del Duomo.