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Forse è la vecchia zia. Animo, su, coraggio. Sei stato a Custoza, corpo d'una baionetta, e devi aver paura d'una vecchia cuffia? una vedovella ancor giovane, simpatica, vestita con finissima semplicit
Amo il segretario d’albergo, azzimato e scrupoloso, che mi designa un letto bianco del quale non sarò prigioniero. Amo la cameriera d’albergo, in cuffia e grembiule, pulita e bellina, che mi porta gli asciugamani di bucato e sfibbia le cinghie de’ miei bauli, tacendo, con una specie di familiarit
Girai gli occhi; e rividi tra le dita di mia madre la cuffia in cui riluceva l'ago; rividi nella canestra tutti quei merletti leggèri e quei nastri rosei e cilestri che tremolavano al soffio del vento. Mi si strinse il cuore così forte che credetti mancare. Quanta tenerezza rivelavano le dita di mia madre sognante su quella gentile cosa bianca che doveva coprire il capo del figliuolo non mio!
Io guardavo quel viso rossiccio, grosso come il pugno di un uomo, mezzo nascosto dalla cuffia trapunta; e con un'avversione feroce, che annullava nella mia anima qualunque altro sentimento, pensai: "Come farò a liberarmi di te? Perché non moristi soffocato?"
Nessuno, neppure tra i più vecchi conoscenti, si ricordava d'aver mai visto la signora Rosa senza la cuffia; il fatto era che quella cuffia l'aveva adottata prima di compir i quindici anni, quando aveva sofferto per la prima volta un'itterizia acutissima che non era poi mai guarita del tutto, e l'aveva accompagnata fedelmente per tutta la sua povera vita.
Ho sbagliato: dovevo dire la Nonna poesia: quella in cuffia, colla tabacchiera e il mazzo dei tarocchi lì sul tavolo: è titolata, sfoggia genealogia e stemmi, e nulla fa di bene se non ha le rose dell'aurora, le polite pieghe del peplo, le note della lira, il profumo dell'olimpo: cinguetta coi poeti e i professoroni ufficiali, è pettegola e si liscia.
perchè io credevo che la zia fosse una cuffia.... ride anch'essa mentre sì abbandona nella poltrona. Dunque è alla cuffia che lei desidera parlare. NICOL
Avete capito?... Risponderete poi alla lettera della contessa mia sorella, che non posso assolutamente accettare l'incarico da lei offertomi, quantunque onorevolissimo e pio... notate bene, onorevolissimo e pio. È vero che di codeste sue cariche poco m'importa; ma bisogna dir così, perchè anche lei è una potenza, un Richelieu in cuffia di merletti e in sottana di raso.
Questa volle alzarsi in piedi a ogni costo, raggiustò con un movimento istintivo la cuffia che ricadeva per indietro lasciando a nudo il suo cranio pelato, e sorretta da un'amica fece due passi verso la visitatrice e le si abbandonò fra le braccia singhiozzando. Era un'ombra, una larva; così bianca come se le sue vene avessero dato tutto il loro sangue.
E vorrebbe, sì, lavorare: entrare nella Nave-Scuola del Garaventa, dove tanti discoli furono accolti, e trovarono la salute del corpo e dell’anima nella disciplina del Maestro, nell’alito salso del mare. Ma si ammala, orrendamente, di tigna. La casa di cura, dunque, invece della Nave-Scuola. E la cuffia di pece, e le pinze martirizzanti. Solo?... Ah, no. La sua «mamma» è con lui.
Parola Del Giorno