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Ildebrandino, cogliendo il momento che Oberto non vedesse, chiamò a , in una torre, i figli del vecchio Federigo e di Agnese, e loro disse: Ritornate su alla montagna e portatemi per domani le nuove di Imilda. Oberto che era nella corte, da un pezzo meditabondo, vedendo partire i due fratelli, credette che si recassero dai vassalli cogli ordini per la notte: domandò loro: Dove andate?

Come i suoni cessarono, una porta si aprì, lontano, e una fila di frati, con la testa china, passò biascicando incomprese preghiere. Ho paura! disse ancora la marchesa al suo compagno portatemi via....

E quindi ho sete. Non di acqua, beninteso. Ho sete di absinthe: il liquido che piú mi è omogeneo. In casa tua certamente non ce n'è. Vo' a berne in una buvette qualunque. Mi accompagni? E beverò anch'io. Bravo! Dite alla signora che esco. E portatemi il mio cappello. ... E a quando la separazione? Dipender

A rivederci, dunque; portatemi il Giovannino, perchè vo' fargli da madrina, sebbene io non l'abbia tenuto al battistero. Che importa? e' sar

«Portatemi la mia cassetta, sorelladisse Agnese, «e vi svelerò tutto. Guardatevi in quello specchio, e lo saprete; voi siete certo sua figlia; altrimenti come spiegare una somiglianza così perfettaLa monaca le portò la cassetta; suor Agnese gliela fece aprire, e ne cavò una miniatura, che Emilia riconobbe esattamente somigliante a quella da lei trovata nelle carte di suo padre.

Un forastiero entrò in un nuovo restaurant.... a poca distanza dal Foro Bonaparte un restaurant che si era fatto raccomandare più volte dalla quarta pagina di un foglio cittadino per la pulitezza del locale, come anche per la straordinaria mitezza dei prezzi. Cosa desidera il signore? Desidero di pranzare. Portatemi innanzi tutto una minestra di riso. Ella è servita al momento!

Avverti, che io me ne andrei in castello per avere dato ricetto a un patriarca come se' tu. In questo, che dite, trovo qualche cosa di vero: per ogni buon riguardo lasciatemi la porta aperta. Ed entrò; ma la porta girò sopra gli arpioni, e si chiuse a mandata. Don Francesco, come va che la porta si è chiusa? Vi ho inciampato non volendo. Portatemi presto il lume, e apritemi la porta.

E al Caffaro e a Bezzecca, alle Sante Termopili della terza Roma, l'evviva, l'excelsior del vecchio colonnello garibaldino! Vostro per la vita "P.S. Portatemi dei sigari di Virginia. Sceltissimi. Intendiamoci: per commissione."

VIRGINIO. Orsú! Andate a casa, voi altri, e ponete giú l'armi e portatemi la mia veste. PEDANTE. Fabrizio, viene a conoscer tuo padre. VIRGINIO. Oh! Questa non è Lelia? PEDANTE. No; questo è Fabrizio. VIRGINIO. O figliuol mio! FABRIZIO. O padre, tanto da me desiderato! VIRGINIO. Figliuol mio, quanto t'ho pianto! GHERARDO. In casa, in casa, ché tu sappia il tutto.

Il barbiere dell'albergo è lombardo. Non lo voglio; andate a cercarmi un barbiere «romano de Roma»; fate anche mezzo miglio, se occorre, vi ricompenserò della corsa; ma portatemi un barbiere romano. Sar