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Il militare che abbiamo sentito nominare per Marco era un giovane di bassa statura, piuttosto pingue, la cui fisionomia, ilare per abitudine, lo dichiarava per uno dei buoni villici delle nostre colline. Marco, in forza della sorte cruda che gli aveva fatto estrarre il numero sei dall'urna dei coscritti, aveva dovuto lasciare da un anno il poderetto della Sambuca, le care veglie dell'inverno, nelle quali, seduto su d'una ruvida panca accanto al domestico focolare, si occupava colle mani a lavorare panieri di giunchi e colle orecchie a sentire le gravi e spaventose storie cavate dalla non mai abbastanza lodata opera del 1300 Lo specchio della vera penitenza , ove i morti fanno cose da strabiliare, i diavoli ne fanno da rabbrividire; i buoni cristiani hanno una paura che non può descriversi, paura salutare che giova moltissimo all'anima loro, mercè la quale, invece di rubare il terzo del raccolto al padrone, si contentano di pigliarne un sesto, un ottavo, un dodicesimo puranco, a seconda dell'impressione di quella paura, eccellente antidoto che l'ottimo paroco di quelle colline è in dovere di eccitare negli animi dei suoi popolani, che hanno le mani ben provviste di unghie e le gambe assai sottili. Don Antonio (il buon pastore di Sambuca), a forza di raccontare per quarant'anni di parochiale esercizio terribili apparizioni di dannati, aveva finito per crederci anche lui. E quasi che la fortuna lo avesse favorito in proposito, nello stesso circondario della sua parochia, infra le selve e i dirupi fiancheggianti il torrente Ugione, esistevano due profonde cavit

Scrisse la ricetta, poi continuò: Mi pare che Monsignore posseda un poderetto in Valtellina? Oh, rispose mio zio, una casetta e pochi campi. Benissimo. Nella prossima estate bisogna visitare la casetta e andare ai bagni di Bormio. Sono tanti anni che non mi muovo da Milano.... E appunto per questo bisogna rompere le abitudini troppo regolari, per ristabilire le forze.

Su d'una collina, alla quale alcune case leggiadre davano aspetto più domestico; i Francesi avevano fatto sosta in gran numero, e ponevano il campo. Una di quelle casette, ornata la porta e le finestre d'un bugnato di pietra verdastra, e cinta di mortelle che facevano siepe alla spianata; era la villa di don Marco. Il poderetto che le si stendeva a piè giù pel colle, formava il patrimonio ecclesiastico del povero prete; il quale lo coltivava a sue mani, coll'aiuto di qualche giovane dei dintorni, chiamato a far giornata. Egli soleva ritirarsi in quella casetta alla stagione dell'uve; ma quest'anno vi si era confinato gi

«Ma, e se io do un calcio alla baracca, e parto fin da questa sera? «Il denaro paga, e il poderetto a D.... lo troveremo vicino ai miei. «Lasci fare a me.... se domani non mi vedr

Si riebbe alla fine, ma il ricordo di quella notte infernale non gli permise più di continuare il suo servizio. Chiese la sua pensione e si ritirò in un poderetto di sua moglie, lontano dalla linea ferroviaria. E in istrada ferrata non viaggia mai, e non vuol sentirne a parlare, e la vista di due rotaie basta a turbarlo per una settimana.

In que' contorni, anche Rocco aveva potuto, comperando un bel poderetto, impiegare onestamente il capitale della ricchezza che don Teodoro avevagli procacciata.

Michele, a dir vero, non era più un servitore. Il legionario di Montevideo, il veterano di Roma, viveva, come suol dirsi, d'entrata. Un certo poderetto, che i nostri lettori conoscono, l

Io poi non ho debiti altro, entrava a dire un terzo; e se volessi dire che mio padre mi dia scarso appuntamento, direi quello che non è. E mio zio mi vuol pure un gran bene, ed ha un poderetto qui fuori a tre miglia, con prati a marcita che rendono una bella sommetta. E non è tutto; il padre di mia madre mi ha promesso la sua casetta col cavalcavia a San Prospero, purchè mi faccia addottorar presto e diventi un gran sapiente; ciò che tanto desidera mio padre e lo zio, e mia madre anche. E cosa che fa poc'onore, e può anch'essere una fatalit

Ma siccome non c'è niente di perfetto in questo basso mondo, così neanche il Guercio era perfetto, e ci aveva egli pure il suo lato debole come tutti i figli d'Adamo. Ora il lato debole del Guercio era il cuore; il cuore che si sentiva palpitare in seno, ogniqualvolta pensasse (e ciò gli occorreva sovente) ad una modesta casetta sui Gioghi, dove sarebbero bastati al suo bisogno i più famosi alimenti bucolici, mele, ballotte e latte rappreso; una casetta, insomma, un poderetto, nel quale avrebbe potuto ridursi a finire i suoi giorni con Maddalena; con Maddalena, avvizzita, scaduta, ma che lo aveva amato, lui Guercio, per la sua smilza persona, non gi