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Ed una voce su la bocca: Io t’amo, Le disse, ed ella pianse.... Un angelo dall’alto la compianse; Sull’altare una lampada S’infranse. Dunque tu m’ami. Hai confessato; or, trepido, Taci ed attendi, e ti scolora il viso Un’onda di pallor. Vuoi dal mio labbro un bacio ed un sorriso. Vuoi di mia fresca giovinezza il fior!...

Or passa altera ma non più serena Nella moderna vita dolorosa, E il suo pallor dice la stanca lena, Lo sguardo fisso la mestizia ascosa, Lo sforzo d'una fede che raffrena L'irrequieto spirto che non posa. Ella ha i capelli biondi e gli occhi neri, Lo sguardo dolce ed il sorriso astuto, Parla talora il ciglio e il labbro è muto, Volan le chiome e gli occhi son severi.

Ma verso lui ch'a ripugnar s'accinge Più il glorioso vincitor s'adira, E ne la gola il duro acciar gli spinge, Ed ivi tienlo fin che vivo il mira: Gli occhi travolve e di pallor si tinge Freddo Ottoman e sul morir sospira La cara vita e la fortuna andata, E via più ch'altro la bellezza amata.

Cosparso di pallor bagna la strada Arsace, Ebren, del proprio sangue a morte; Perchè da solo a sol contra la spada Provarsi d'AMEDEO ciascun fu forte. Nessun più solo ad assalire il vada: Cedete alquanto a la contraria sorte; E forte uom, come prudenza insegna, Con lo sforzo del campo alfin si spegna.

E gli ascosi desir negli abbagliati Occhi d'intera folla plaudente E le brame che lottano coi fati. Poscia sparì d'in mezzo a quella gente, La splendida sua vita ebbe una fine; Crebbe il pallor, fûr le pupille spente, S'irrigidir le sue forme divine Qual prodigio che subito s'arresta, E nel sonno calò senza confine.

A poco a poco sul marmoreo viso Nuovo pallor pose la vita. Antica È la bellezza sua, ma il suo sorriso Conosce la fatica. Che la vostra miseria non mi tange, fiamma d'esto incendio non m'assale. Ella gi

Il signor Galli la fissò, le labbra mute, contratte, il volto livido, di un pallor tragico. Le ho detto.... signora.... Io posso.... Non parlò, non potè più parlare;... prese il libro dei chéques dalla busta e ne firmò due in fretta, poi li consegnò alla duchessa. Sono all'ordine del signor Cantasirena. Domani, quando vuole, può mandare alla Banca Insubria a riscuotere la somma.

Ei non udìllo; come le statue Chiuse nel tempio pareva immobile, E la fisa pupilla Non mandava scintilla. Spesso la destra la cerea tavola Avvicinava; ma sulla tenue Veste che la copriva Non un verso scolpiva. E d'inusato pallor coprivansi D'Anacrëonte le tempia, e l'unghia Tormentava la lama Con rabbïosa brama.

Era sbiancato nel volto di un pallor animato. L'arricciatura dei capelli nerissimi, un'arricciatura originale, non da bambino Gesù, ma da Nerone, gli dava un'aria di Dio antico. L'occhio lionato, dallo sguardo audace, smentiva talvolta la dolcezza dei tratti, la mollezza dei lineamenti. Più che bello era seducente. Simili uomini esistono e piacciono moltissimo alle donne.

Che vuol dunque da lei quell’altra gente trepida, verso il suo pallor protesa coi più torbidi sensi, e nell’attesa di più torbidi e rei palpiti, presa dall’odore del sangue, inconsciamente?... L’antica anima tragica che dorme in ogni petto, su ogni fronte appare. Chi or non vide, nel sogno, dentro un mare di sangue il suo nemico boccheggiare, e non tremò nel desiderio enorme?...