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Ma io non tardai a levargli la soggezione. Mi alzai e presi congedo dal Bazzetta. Uscito nella via mi fermai per accendere il sigaro: e, senza volerlo, intesi che il sindaco parlava di me chiamandomi «lo scarabocchino». Non era un'ingiuria tanto atroce ch'io potessi aver diritto di offendermi. Eppoi non ci tenevo punto alla stima del sindaco: e non ero curioso di sapere ciò che diceva di me.

Che arma vuoi scegliere? gli dissi. Non ho preferenze. Ma sei l'offeso. Io! , tu; non ti ho scritta la lettera, che ti è dispiaciuta? Ebbene, che importa? Tu hai voluto offendermi, ed io non mi sento offeso al punto di volerne vendetta. Io rido, per tua norma; rido verde, giallo, pavonazzo, turchino, ma rido. Se vuoi ad ogni costo una lezione, son uomo da dartela, hai capito?

Oh, non io! esclamai, il cielo mi è testimonio se io ho desiderato e preparato la vostra morte. Voi dimenticate che io sono qui in questo momento per avvertirvi di un pericolo, non certo per minacciarvene. È vero, rispose egli con dolcezza, perdonate. E mi porse la mano che ritrasse subito, come avesse temuta di offendermi o di nuocermi con quel contatto.

«Ho Dio solo per giudice delle azioni mie, io» rispose il guercio. «Sono Re sovrano ed indipendente. Un vassallo, uno stipendiato di altro Re non può sindacarmi, ned offendermi. Subisco le violenze di un matto da catena... ma il primo assennato in cui m'imbatterò nel Regno del vostro padrone...»

È una ragione onesta, signora, e non temerò di sottoporla al vostro giudizio; rispose Gino, con calma. Ho veduto iersera un capriccio, di ragazza viziata, e il proposito deliberato di offendermi.

Alla vista di quel dipinto, la giovane donna si scosse. Chi è questa dama? domandò, e come mai mi rassomiglia tanto? Questa dama, rispose il conte, ho tutte le ragioni per credere sia stata sorella a vostro padre; ma per accertarmene ho bisogno che lasciate ogni reticenza, e non perduriate in un contegno, che finirebbe per offendermi, e per tornare in vostro danno.

Voi offendete donna Livia! esclamò, la moglie di vostro fratello! La giovane principessa si volse a Camilla, come per dirle: Vedete se si scalda. La dalmatina rimase immobile. Cavaliere, continuò donna Maria, siete in mia casa; non dimenticherete certo quanto mi dovete.... Ma non voglio offendermi di queste vostre parole, e le perdono come dettate dalla passione. La passione?

So bene, cara mamma; non ricevendo alcuno, chiudendosi in casa, come fai tu, è certo: non si corre nemmeno il rischio di prendersi un raffreddore; ma, a me pare, scusa, sai, a me pare sia anche lecito... si possa anche tenersi qualche amica, qualche amico d'intorno. Dovrei offendermi perchè il marchese preferisce la mia compagnia, alla compagnia della Bertù, che non sa parlar d'altro che di abbigliamenti e d'araldica? o a quella della Calandr

Andate, andate, egli mi diceva, cercatelo in casa, procurate di raggiungerlo prima che nascano ciarle, pettegolezzi, complicazioni.... è un esaltato, procurate di abbonirlo.... chiedetegli una ritrattazione semplice.... dichiari ch'io non sono matto.... che non ha inteso di offendermi.... non domando altro che di salvare il decoro.... che mi rispetti, ecco tutto.... tutti abbiamo il diritto d'essere rispettati.... non gli domando altro.... andate.... andate subito.

Prostrato dalla sua voce assassina, dicevo mentalmente: taci! taci! taci! o «fiera crudele» che io «sono un che piango»! Se volete offendermi, mandatemi la Divina Commedia. Non posso più sentir parlare di Dante. Se non avessi che i suoi versi in cella, farei voto di non leggere più mai. Un suo verso mi provoca il vomito.